Scuola, sciopero generale il 17 maggio, fallisce il tavolo al ministero

Lo sciopero generale nei settori della scuola e della ricerca era in aria da settimane: troppe le incomprensioni con l'Esecutivo sul rinnovo del contratto, il precariato ma...

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Lo sciopero generale nei settori della scuola e della ricerca era in aria da settimane: troppe le incomprensioni con l'Esecutivo sul rinnovo del contratto, il precariato ma soprattutto sul tema dell'autonomia differenziata a cui tutti i sindacati del mondo della scuola guardano con preoccupazione. Dopo settimane di mobilitazioni che li hanno visti impegnati da nord a sud, oggi Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals, al termine di un incontro al ministero del Lavoro, hanno proclamato lo sciopero generale per l'intera giornata del prossimo 17 maggio con l'astensione dalle attività non obbligatorie già dal 26 aprile e fino al 16 maggio.


In realtà c'è ancora spazio per sperare di evitare lo sciopero: è arrivato, in zona Cesarini, l'annuncio dell'apertura, a partire da lunedì 8 aprile, di un tavolo di confronto al massimo livello politico del MIUR: una proposta rispetto alla quale i sindacati affermano «piena disponibilità» anche se confermano, «in assenza di impegni puntualmente riscontrabili», la volontà di procedere all' astensione dalle attività non obbligatorie e allo sciopero generale di tutti i lavoratori del comparto il prossimo 17 maggio.

«È uno sciopero per contrastare ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema istruzione, che non farebbe altro che aggravare i divari e le disuguaglianze già oggi esistenti fra i territori e mettere in discussione la garanzia del diritto costituzionale all'Istruzione - spiega il leader della Cgil Scuola, Francesco Sinopoli - riteniamo poi assolutamente necessario stanziare le risorse per il contratto 2019-2021. E bisogna stabilizzare il personale docente e ATA fino a sradicare il precariato nella scuola italiana; su tutte queste questioni non abbiamo ricevuto risposte». «Non si pensi di risolvere le questioni complesse che riguardano la democrazia e il futuro del Paese, buttando la palla in tribuna. Se invece si vuole giocare una partita a carte scoperte la Uil Scuola è pronta: vanno date risposte alle emergenze: stipendiale, del precariato, organizzativa dei servizi complementari ATA, e un netto No alla regionalizzazione del sistema di istruzione statale», incalza il segretario della Uil Scuola, Pino Turi.


«Ad oggi per il personale del comparto istruzione e ricerca si profilano aumenti che sono meno della metà di quelli ottenuti col contratto precedente - fa notare la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi - per il personale ATA chiediamo di sbloccare le assunzioni e riattivare percorsi di mobilità professionale e ci sono i progetti di regionalizzazione della scuola che non possono certo andare avanti alla chetichella come fin qui avvenuto». Alla mobilitazione del 17 maggio ha aderito l'Unicobas. «Per noi - dice il segretario Stefano d'Errico - sarà il secondo sciopero contro la regionalizzazione: siamo molto soddisfatti che su un tema di questa importanza si sia riusciti finalmente ad arrivare ad una azione unitaria».
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Il Messaggero