Quasi tutti i genitori e i ragazzi lo ignorano, ma dal 1 novembre le scuole francesi offriranno, almeno una volta alla settimana, la possibilità di scegliere un...
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Al motto di «anche il tempo passato alla mensa serve per imparare». I sondaggi dicono che 6 francesi su 10 sono favorevoli, per le associazioni ecologiste si tratta di un primo passo verso un'alimentazione migliore e nella lotta contro il riscaldamento del clima. Restano, in questi ultimi giorni, da informare tutti i sindaci di Francia - molti dei quali ignoravano di dover applicare la legge emanando ordinanze concrete - e i servizi di catering, che recalcitrano. Quanto ai genitori, non sono troppi quelli che ritengono che il provvedimento sia da ascrivere a qualche taglio di fondi che comporterebbe la rinuncia alla carne. Per molti, basta la rassicurazione che sui vassoi «verdi» siano presenti proteine vegetali - lenticchie innanzitutto - e l'informazione, con cifre alla mano, secondo cui fra i rifiuti alimentari trovati nella spazzatura delle mense scolastiche, i meno presenti sono quelli di pasti vegetariani.
Le ordinanze dei sindaci dovranno poi stabilire quali siano i confini del «vegetariano», dal momento che - per esempio - il pesce ne viene logicamente escluso ma in molte scuole si propenderà per vassoi semplicemente «senza carne». Contenenti quindi pesce ed uova, fra l'altro. In Francia, soltanto il 5% della popolazione si dichiara vegetariano. La legge non precisa i cibi che possono essere presenti nel menù, ed impone l'obbligo del pasto vegetariano in alternativa a quello tradizionale soltanto in quelle mense in cui già si offre più di una scelta. Per i centri più piccoli e gli istituti con meno allievi, resterà quindi un'opzione facoltativa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero