Maturità, la studentessa: «Per noi rimane un rito di passaggio molto delicato»

Diana Panci, studentessa della classe 5ª E del liceo scientifico Primo Levi di Roma

Maturità, la studentessa: «Per noi rimane un rito di passaggio molto delicato»
Diana Panci, studentessa della classe 5ª E del liceo scientifico Primo Levi di Roma: la maturità è davvero una tappa così importante per uno studente? ...

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Diana Panci, studentessa della classe 5ª E del liceo scientifico Primo Levi di Roma: la maturità è davvero una tappa così importante per uno studente?


«Assolutamente sì, lo è. Lo era prima del Covid e continua ancora oggi a rappresentare un momento molto delicato per gli studenti: un rito di passaggio. Anche se per i ragazzi del mio anno sarà un po' diverso».


Perché?
«Purtroppo non abbiamo avuto quei passaggi di avvicinamento all'esame, quel brio durante l'anno come poteva accadere prima».


Che cosa vi ha impedito di vivere questa esperienza al meglio?
«Abbiamo trascorso i mesi cercando di capire quali e come fossero le prove che ne facevano parte».

 

 

Alla fine, l'impianto dell'esame è alla portata degli studenti?
«L'esame di per sé non è un problema, è stato rivisto su più punti: la seconda prova, ad esempio, sarà scelta dalla singola scuola e inoltre sul voto finale peserà di più il percorso degli anni passati, i crediti, rispetto ai voti presi tra scritti e orali».


La commissione d'esame resta interna, anche questo è un vantaggio?
«Sì, lo è. I nostri docenti innanzitutto sanno come siamo preparati, quindi con loro in commissione ci sentiremo più sereni e sentiremo ancora di più l'effetto classe: il gruppo unito per superare l'esame. Il problema quindi non è l'impianto dell'esame ma come sono trascorsi gli ultimi due anni».


Le ripercussioni del Covid?
«Credo ci sia stata poca attenzione e si sia data poca importanza al fatto che abbiamo perso due anni di scuola. Anzi, di fatto gli anni scolastici compromessi dalla pandemia sono stati tre. E quindi credo che sia stato un errore non aver rivisto, negli anni precedenti, i programmi da svolgere in classe o a distanza».


In che modo?
«È stata data poca importanza alle modalità di svolgimento dei programmi: andavano fatti in maniera diversa, considerando la dad e le quarantene continue. Abbiamo messo in campo un impegno enorme per recuperare. Molti stanno facendo ripetizioni».


Per arrivare pronti all'esame?
«Certo, per recuperare cose che non abbiamo studiato nella normalità come invece poteva avvenire fino al 2019».


Lei quanto sta studiando?


«Mi sto preparando all'esame da mesi e da due settimane ho incrementato il ritmo. Ormai sto sui libri dalle 7 di mattina e per tutto il giorno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero