Maturità, poche ore all'esame: caffè ed integratori per scacciare l'ansia

Lo stress prima di un'interrogazione o di una verifica finale; l'ansia per la maturità e la paura di non finire di ripassare tutto il programma. Per affrontare...

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Lo stress prima di un'interrogazione o di una verifica finale; l'ansia per la maturità e la paura di non finire di ripassare tutto il programma. Per affrontare queste dinamiche, gli studenti italiani si affidano a metodi fai da te: fumano di più, fanno nottata sui libri con dosi extra di caffè, cercano energie extra nelle bevande energizzanti. Il rischio è di arrivare davanti agli esaminatori sfiniti e meno lucidi. «Il cervello è un organo che può essere spinto oltre i propri limiti ma non per lungo tempo. Può funzionare anche a regimi elevati purché gli sia dato modo di recuperare e questo avviene con un adeguato numero di ore di sonno» spiega Johann Rossi Mason, autrice del volume "Cervello senza limiti". Sono almeno 8 le ore durante le quali il cervello fa pulizia e soprattutto organizza i ricordi. In scarsità di riposo, la memoria è meno efficiente.


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«Se si somma anche l’uso indiscriminato di sostanze eccitanti (caffeina, taurina, ginseng, ecc) si può avere un senso di energia immediato ma che si ‘paga’ a medio termine» scrive la Rossi Mason. Alcuni studenti optano per un rimedio più forte e si procurano farmaci, molecole per disturbo da deficit dell’attenzione, demenza o narcolessia che nei sani hanno mostrato effetti di potenziamento cognitivo come aumento dell’attenzione e della concentrazione, memoria e annullamento del senso di fatica. «Nonostante non ci siano divieti nell’uso da parte dei sani che esercitano una "libertà personale" – aggiunge la Rossi Mason - va detto che non esistono studi a lungo termine che ne dimostrino l’innocuità mentre è definita una controindicazione assoluta all’assunzione da parte di ragazzi sino a 18-20 anni: il cervello è ancora in formazione e non è possibile sapere quali effetti possono sortire in una fase evolutiva così delicata. La cautela in questo caso è d’obbligo».

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Farmacologicamente, le sostanze che potenziano i componenti dei circuiti di memoria e apprendimento (dopamina, glutammato, noradrenalina) possono migliorare la funzione cerebrale oltre il loro limite fisiologico. 
«Queste sostanze sono ricercate da soggetti che vogliono spostare un po’ più in là i propri limiti, essere più produttivi. Ma attenzione, chi crede che aiutino ad ottenere risultati brillanti senza sforzo rimarrà deluso e non aumentano nemmeno l’intelligenza. Sono come un additivo per motori già performanti, non una scorciatoia».


All'estero - Nelle università americane dal 7 al 25% degli studenti percorre i corridoi con un portatile in mano e un blister di compresse nell’altra. Dai laboratori di ricerca e dal mondo accademico si diffonde la cultura del potenziamento cognitivo. In Europa siamo intorno al 20-30%. 
Un sondaggio condotto all’Università di Oxford nel 2016 ha svelato che il 15,6% degli studenti dell’ateneo ha assunto sostanze nootropiche legali anche senza prescrizione medica. Per l’Italia ancora non ci sono dati precisi  ma è stato appena lanciato un sondaggio online per indagare il fenomeno e quantificarlo. I risultati saranno diffusi da Johann Rossi Mason tra qualche mese, appena raggiunto un campione significativo. Il sondaggio è disponibile sul sito www.cervellosenzalimiti.it.

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Il Messaggero