Amarcord/La nostra vita non è più la stessa senza compagno di banco

Amarcord/La nostra vita non è più la stessa senza compagno di banco
In queste ore si sta decidendo, nei minimi particolari, talvolta quasi ossessivi, i criteri e i protocolli per garantire sicurezza a scuola. ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In queste ore si sta decidendo, nei minimi particolari, talvolta quasi ossessivi, i criteri e i protocolli per garantire sicurezza a scuola.



Coronavirus, gli eroi delle edicole, quell’oasi civile nella città che soffre - di Enrico Vanzina
Cosa resterà del lockdown, Enrico Vanzina: «Quel silenzio che faceva rumore nell'anima»

Enrico Vanzina e I ragazzi della 3a C


Per garantire il ritorno in classe in sicurezza di milioni di studenti. Tecnici e politici discutono di centimetri, mascherine, aule di isolamento, aule ricavate da musei e teatri, test rapidi, responsabili Covid di classe, quarantene, certificati, cercando di ipotizzare scenari che vanno dal cauto ottimismo al pessimismo più cupo. Non entro nel merito di questo lungo elenco di divieti e precauzioni.

Mi limito a riflettere su quello che più mi tocca al cuore, un elemento legato ai ricordi e a un certo romanticismo scolastico che tutti conserviamo nell’anima: la figura del compagno o della compagna di banco. Da settembre questa icona delle nostre gioventù sparirà definitivamente. Banchi unici e distanziamento forzato spezzeranno in due quel banco che ha fatto da sottotesto alle nostre vite. Una cesura violenta, che spazza via momenti irripetibili per intere generazioni.

Chi di noi non ricorda qualche compagno di banco? C’era il secchione, quello che copiava, quello che faceva casino, quella carina, quello che non si lavava, quello che suggeriva, l’ansioso, il “laziale”, la bacchettona. Un vero e proprio bestiario dei caratteri umani come quelli della commedia dell’arte. Eppure tra quei tipi curiosi che ci assegnava il caso, facendoli sedere accanto a noi, poi saltava fuori l’amico per tutta la vita, o la ragazza sognata per tutta la vita. 

Questo da settembre non accadrà più. Perché a fare da paraninfa a questa complicità era proprio la vicinanza. I gomiti che si toccavano, lo sguardo che volava sul foglio del compagno, la risata trattenuta a due. Il compagno di banco era lo specchio della vita. Ti proponeva ogni mattina il suo look, il suo idioma, i suoi piccoli segreti e tu imparavi a capire che il mondo non era solo quello delle mura domestiche. A casa tua erano di destra e il compagno di banco era di sinistra. Tu eri fifone, lui coraggioso. Tu eri babbeo, lui scafato. E a forza di convivere, quasi in simbiosi, con la sua diversità, tu crescevi. E cresceva lui. Era questo il senso profondo della scuola. Forse addirittura della vita. Crescere accanto a un coetaneo con il quale misurarsi.

Negli Anni ‘80 realizzai il primo grande seriale televisivo italiano sulla scuola: “I Ragazzi della 3ªC”. Ebbe un successo travolgente. Capii allora che quando si tocca l’amicizia scolastica si tocca il cuore di tutti. Credo che abbia provato la stessa sensazione il mio amico Carlo Verdone quando realizzò il suo “Compagni di scuola”, un film bellissimo, cinico per certi versi ma intriso di profondo sentimento. Non voglio sembrare “deamicisiano” ma i legami scolastici sono qualcosa di fortissimo. Le amicizie nate sui banchi di scuola sono gratuite, non scelte, non volute, quindi sono pure. E l’alone di malinconia che si portano dietro quando finiscono non passa mai. Non a caso uno dei miei libri preferiti è “Le grand Meaulnes” di Alain Fournier, storia di una amicizia scolastica, pervaso da una voglia di libertà e follia, tipiche dell’adolescenza, così come lo sono lo stupore e l’inquietudine.

Oggi, ahimè con i capelli bianchi, mi stupisce e mi inquieta la scomparsa di quella vicinanza del corpo e dell’anima tra compagni di banco. Delle tante nefandezze che ci ha propinato il Covid quello del distanziamento diffuso è tra le peggiori. Prima lo smart working, oggi lo smart learning, due modi di non condividere più niente stando vicini, accanto, insieme. Eppure stare vicini, accanto, insieme è bellissimo.


Concludo con una nota di felicità per i giovani. Forse si ricaveranno delle aule scolastiche da qualche teatro. Ecco, all’epoca mia non succedeva. E sono un po’ invidioso. Studiare aritmetica a teatro sarà fichissimo.
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero