Cari genitori, siete pregati di non suggerire. Le raccomandazioni dei professori alle prese con le lezioni a distanza. «Si prega di rendere i ragazzi autonomi, chiedono. ...
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Fra le tante difficoltà degli insegnanti che si trovano a dover fare i conti con l'insegnamento online, anzi che ci sono stati catapultati per la chiusura delle scuole a causa del Coronavirus, c'è anche quella di mamme e papà che, pensando di non essere sentiti, sussurrano le risposte ai ragazzi, soprattutto quelli delle medie.
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Il video. Non a caso fra i docenti è diventato popolarissimo un video postato su Facebook da Maria Amelia Monti, nella parte di una mamma che suggerisce al figlio, e che scoperta, viene mandata in castigo dall'insegnante. La situazione è tale che alcuni presidi sono stati costretti a fare delle circolari in cui appunto mettono nero su bianco la richiesta di non suggerire. «Il Dirigente e gli Insegnanti - si legge nella circolare di una scuola media parmense - invitano le famiglie a vigilare che i ragazzi svolgano i compiti loro assegnati nel modo più autonomo possibile, sostenendoli e guidandoli se necessario, ma senza interferenze che possano vanificare l'acquisizione dei saperi e delle competenze».
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Le telecamere. Altre scuole hanno inviato messaggi simili, in cui ricordano che le lezioni sono obbligatorie e chiedono ai ragazzi di farsi vedere e non tener chiuse le telecamere. «È un modo nuovo di insegnare», racconta Lara Pipitone, insegnante di Lettere alla scuola media Manara di Milano. «Abbiamo faticato all'inizio perché abbiamo dovuto inventarci una modalità di didattica differente». L'orientamento è quello di fare come orario la metà delle lezioni che si facevano in classe, per non caricare troppo gli studenti e anche per tenere conto che in molte case c'è un solo o due computer, con più di un figlio che frequenta la scuola e i genitori in smart working.
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La valutazione. Ad essere cambiato è anche il modo di fare lezione, per coinvolgere i ragazzi. La professoressa Pipitone, ad esempio, per mantenere l'attenzione ha diviso le classi in gruppi in modo da vederli meglio anche sullo schermo del computer e poi «ripetiamo, guardiamo insieme i testi. Ho anche mandato ogni giorno un audio con un pezzetto di un libro». «Stiamo andando lentamente ma non mi interessa tanto il programma, quanto che ci siano tutti», aggiunge. A cambiare è anche il metodo di valutazione con un invito più o meno velato ad essere particolarmente comprensivi, cosa che a qualche docente fa dire a mezza voce che «in questa situazione gongolano gli asini».
I compiti. Il giudizio deve tener conto non solo del rendimento, dei meri voti, ma anche della partecipazione. «Per questo - aggiunge una professoressa che insegna francese in un altro istituto - è importante che i ragazzi facciano i compiti da soli e rispondano da soli.
Il Messaggero