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Sul posto di lavoro, dove sono presenti anche gli studenti durante gli stage formativi, deve essere garantita una soglia di sicurezza ben più alta di quella prevista normalmente. Con questo obiettivo parte una revisione completa di tutti i passaggi nelle attività messe in campo dalle scuole e dai centri di formazione professionale, in cui i ragazzi si cimentano con il lavoro.
La morte del giovane Lorenzo Parelli, studente di un corso di formazione professionale rimasto schiacciato da una barra metallica durante uno stage a Castions di Strada vicino Udine, ha provocato un’ondata di proteste che stenta a placarsi, soprattutto tra gli studenti che chiedono maggiore sicurezza sui luoghi della formazione. L’attenzione è alta, tanto che il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi e il ministro al Lavoro, Andrea Orlando, hanno deciso di attivare un tavolo per rivedere complessivamente tutte le diverse fasi in cui i ragazzi si ritrovano sui luoghi di lavoro per l’apprendimento. Quindi i percorsi di Pcto o di stage non vengono messi in discussione ma si sta lavorando per dare loro una maggiore regolamentazione.
«Si tratta - ha spiegato ieri il ministro Orlando - di fare in modo che i ragazzi non vadano semplicemente in luoghi di lavoro ma in luoghi che abbiano una sorta di certificazione ulteriore, una specie di bollino blu. Non basta soltanto il rispetto della normativa sulla sicurezza - continua Orlando - si tratta di mandare i ragazzi a formarsi in luoghi dove lo standard sia ancora più elevato di quello previsto dalla legge».
Per ora quindi ci sarà una revisione delle attività coinvolte, per capire quanti e quali siano gli enti, le aziende e le attività che vengono proposte ai ragazzi.
LE COMPETENZE<QA0>
L’obiettivo comune resta quello di far acquisire ai ragazzi le competenze trasversali necessarie per la futura occupabilità nel mondo del lavoro, una volta terminato il percorso scolastico. La normativa è prevista dalla legge di Bilancio 2019, che ha di fatto modificato parte della legge 107 del 2015, la cosiddetta “Buona scuola”.
Sono esperienze lavorative con cui gli studenti vengono a contatto: nelle superiori sono state introdotte con il termine di alternanza scuola-lavoro, poi modificato in Pcto.
Sono ore di attività lavorative che rientrano in tutto e per tutto nella formazione dello studente tanto che, di norma, sono ritenute requisito necessario per l’ammissione alla maturità: è prevista infatti una valutazione per l’ammissione all’esame di Stato, durante il quale lo studente deve poi esporre una relazione su quanto svolto nelle ore dedicate al Pcto. Non quest’anno, però, perché a causa del covid sono stati bloccati diversi progetti per le difficoltà di portare i ragazzi fuori dalle scuole. Lo stesso è accaduto lo scorso anno. A breve partirà il gruppo di lavoro interministeriale e avrà come obiettivo centrale il luogo di lavoro dedicato agli studenti: si metteranno nero su bianco i requisiti necessari per elevare lo standard di sicurezza.
Il Messaggero