C’è un motivo per cui il genere umano ha imparato a sorridere ed è il sesso. Infatti, secondo una ricerca condotta anche dall'Università di Milano e...
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Il "super-gatto" preistorico uccideva i rivali conficcando in testa i suoi denti a sciabola: la scoperta
Scoperto lo scheletro di un neonato di 14mila anni fa
Il gene studiato è il Baz1b, legato alle espressioni facciali dell’uomo. Si tratta dello stesso gene che consente ai cani di rendere espressivi i loro occhi, cosa che invece i loro 'cugini' lupi non fanno. Nei Neanderthal e nei Denisovani studiati, questi geni, collegati a parti del cervello per il controllo dell’espressione facciale, erano assenti. Per questo si pensa che l’evoluzione dei Neanderthal abbia poi portato al gene Baz1b e a contribuire allo sviluppo del volto espressivo dell'homo Sapiens.
Questa modifica genetica, secondo i ricercatori, avrebbe portato alla nascita della sindrome di Williams-Beuren, una malattia rara che fisicamente è caratterizzata da bocca larga, guance paffute e mandibola piccola, insieme a un ritardo mentale legato a un carattere socievole ed estroverso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero