È negli insetti il segreto delle sepolture di Ferrante II di Aragona e di altri nobili aragonesi conservate nella Basilica di San Domenico Maggiore di Napoli che un team di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per questa indagine, i ricercatori hanno esaminato i resti di quattro mummie, due uomini e due donne: Ferrante II di Aragona, re di Napoli, Francesco Ferdinando di Avalos, Marchese del Vasto e Pescara, Giovanna IV di Aragona, regina di Napoli, e Caterina di Moncada, Duchessa di Montalto. «Il ritrovamento di frammenti di coleotteri dermestidi e lepidotteri tineidi testimonia un accesso ai corpi avvenuto ad una notevole distanza dalla loro sepoltura - ha aggiunto Giovanni Benelli, entomologo dell'Ateneo pisano - si tratta di uno scenario coerente con l'ipotesi di una nuova apertura, tardiva e prolungata dei sarcofagi, che ha permesso a questi insetti di colonizzare i corpi, compiere il loro ciclo ed abbandonare l'ambiente».
«Lo studio dei resti entomologici, che accompagnano i resti umani nei siti archeologici, permette di fare luce sulle vicissitudini che i corpi storici hanno subito nel corso del tempo - conclude Antonio Fornaciari, paleopatologo dell'Università di Pisa - e l'incrocio dei dati entomologici con le informazioni storiografiche che riguardano i siti delle loro sepolture può portare a fare luce, confermare o dirimere questioni dibattute». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero