Una vita tra razzi e telescopi: quasi un destino o una predestinazione per Francesco Paresce, lo scienziato e astronomo, nipote diretto di Guglielmo Marconi. Si è spento...
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L'inverno inizia domani (e non oggi). Con il giorno più corto arriva anche la cometa aliena
Cheops, in orbita il telescopio italiano per trovare pianeti gemelli della Terra Come funziona
Cosmopolita fin dalla nascita (avvenuta a Londra), la nonna irlandese Beatrice O’Brien prima moglie di Marconi, la madre Degna andata in sposa ad un ambasciatore, aveva già girato parecchio il mondo quando, dopo la laurea, lascia Roma per la California e va all’Università di Berkeley dove prende una seconda laurea e prosegue il lavoro iniziato in Italia con l’astrofisico Luigi Gratton. È in California che impara a costruire quei telescopi “a incidenza radente” che, oltre ad aprire la finestra delle osservazioni nell’ultravioletto, permetteranno le osservazioni in raggi X di Bruno Rossi e poi di Riccardo Giacconi, premiato con il Nobel nel 2004. Ed è sempre in California che ha collaborato con varie missioni spaziali della Nasa. Nel 1975 il suo progetto per un telescopio sensibile all’estremo ultravioletto (EUV) e in grado di rivelare finalmente le possibili sorgenti EUV cosmiche, viene messo in orbita con la missione Apollo-Soyuz.
Il trampolino di Berkeley lo proietta verso nuovi successi tecnologici e scientifici, con la scoperta della prima sorgente X associata a un buco nero, la scoperta che le stelle di piccola massa sono più numerose ma solo fino a un certo limite, dopo il quale aumentano le stelle massicce, la progettazione con Lyman Spitzer dei primi grandi telescopi spaziali e della camera fotografica per oggetti deboli del telescopio “Hubble” (Hubble space telescope).
Il Messaggero