L'informatico Mancini e la sicurezza dei ricercatori al Polo Sud: «Ecco come ho creato la rete di protezione»

Sesto appuntamento del nostro Diario dall'Antartide, stavolta protagonista della puntata sarà l'informatico Alessandro Mancini, dell'Istituto di Informatica e...

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Sesto appuntamento del nostro Diario dall'Antartide, stavolta protagonista della puntata sarà l'informatico Alessandro Mancini, dell'Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa. Alessandro e gli altri membri dello staff invernale di Concordia hanno concluso il loro lungo periodo di isolamento durato ben tredici mesi e a breve ritorneranno in Italia.




IL RUOLO
«E' stato un anno interessante, ma anche un'esperienza che mi ha messo a dura prova fisicamente e psicologicamente -dice Alessandro nel video-. Non è stato quindi un lavoro come tutti gli altri. La mia è stata una sfida: un po' per curiosità e un po' per gioco ho inviato la mia domanda alla selezione per il reclutamento del Pnra, poi ho fatto una serie di test e il mio profilo è andato bene. Se mi hanno scelto, mi son detto, vuol dire che ho le caratteristiche giuste per far parte di questo staff. Qui a Concordia mi sono occupato di tutti i servizi informatici, delle telecomunicazioni e soprattutto di seguire il personale quando è fuori per le attività scientifiche. All'esterno ci sono regole di sicurezza importanti, soprattutto durante il periodo invernale, nel mio caso debbo essere informato di tutti gli spostamenti via radio. Ho a disposizione un pannello di controllo che mi permette di osservare tutte le posizioni dei ricercatori che indossano un gps. Quindi in caso di necessità so localizzare il punto in cui avviene l'eventuale difficoltà e quindi intervenire cion urgenza».



A Garantire questo nostro Diario dall'Antartide è stato proprio Alesandro Mancini. Grazie alle sue conoscenze informatiche ci ha permesso di ricevere i pesanti file video realizzati al Polo Sud attraverso una serie di accorgimenti. Lì a Concordia, infatti, non c'è una connessione potente e le mail, per arrivare fino a noi, hanno dovuto faticare non poco.

IL GRUPPO E LA LINGUA
«Essendo uno staff internazionale -commenta Alessandro- la differenza linguistica ha creato qualche ostacolo, ma poi piano piano siamo riusciti ad inventarci una lingua tutta nostra e non abbiamo avuto grossi problemi ad interagire». Cosa ti porterai indietro dall'Antartide? «Beh, innanzitutto il freddo, temperature del genere credo di non viverle mai più, ma soprattutto il silenzio e la tranquillità che si trovano in questi luoghi».

L'ULTIMA PUNTATA
Entro la fine di novembre manderemo online l'ultima puntata di questa nostra avventura in Antartide. Il protagonista sarà Massimiliano Catricalà, lo station leader e anche cameraman che ci ha permesso di conoscere la vita dei ricercatori della stazione italo-francese Concordia al Polo Sud

Buona visione


enzo.vitale@ilmessaggero.it



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