Giove, scoperto il meccanismo che genera le sue potentissime aurore a raggi X

Giove, scoperto il meccanismo che genera le sue potentissime autore a raggi X
Se comparate a quelle terrestri, le aurore che si sviluppano sui poli di Giove sono infinitamente grandi, e sono più vaste dell’estensione del nostro...

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Se comparate a quelle terrestri, le aurore che si sviluppano sui poli di Giove sono infinitamente grandi, e sono più vaste dell’estensione del nostro pianeta. Ma, in realtà, un nuovo studio suggerisce che si tratta di fenomeni assai simili a quelli a cui possiamo assistere d’inverno, nei paesi nordici e nei pressi dell’Antartide. 

 

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Le aurore di Giove

 

Giove, a dire il vero, non è l’unico pianeta che presenta la stessa caratteristica danza di luci. Se ne sono viste anche su Saturno, Urano, Nettuno. Allo stesso modo che sulla Terra, questi fenomeni si verificano quando le particelle cariche del vento solare incontrano le aree in cui il campo magnetico del corpo celeste è meno attivo - che si trova sempre ai poli.

 

 

Il campo magnetico di Giove, si legge nello studio pubblicato su “Science Advances”, è particolarmente forte, ventimila volte quello terrestre. Quando si verifica un’aurora, sprigiona energia pari a centinaia di gigawatt, abbastanza per rifornire di corrente la civiltà umana per un breve periodo. 

Ma una caratteristica particolare delle aurore di Giove, è quella di emettere lampi di raggi X, che si originano da ioni di zolfo e di ossigeno che provengono - nientemeno - dal suo vicino satellite, Io.  Uno di questi fenomeni, preso singolarmente, produce circa un gigawatt, ovvero la produzione di parecchi giorni di una normale centrale elettrica sulla testa. Queste aurore hanno anche la particolarità di pulsare in senso orario, e per un periodo di tempo che varia da poche decine di minuti a decine di ore. 

 

 

Finora, il meccanismo che portava a questi bagliori era sconosciuto. Gli astronomi cercavano una spiegazione da quarant'anni. Nel 2017, per capirci qualcosa, la sonda Juno della Nasa in orbita attorno Giove ha monitorato la magnetosfera del pianeta, mentre il telescopio dell’Esa analizzava i raggi X provenienti dalle aurore.  Gli scienziati hanno così scoperto che lampi di i raggi X sono provocati da regolari vibrazioni delle linee del campo magnetico del pianeta, che creano ondate enormi di plasma che porta particelle cariche a “surfare” lungo il limite del campo magnetico - come enormi onde oceaniche - rilasciando di conseguenza energia in forma di raggi X.

 

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Simili onde di plasma contribuiscono a generare le aurore terrestri. «Sembra che il meccanismo responsabile delle aurore ionizzanti di Giove e della Terra sia lo stesso», ha detto uno degli scienziati che hanno firmato lo studio, William Dunn, astrofisico presso la University College di Londra, al sito specializzato Space.com. Ciò che non si capisce è però perché le linee del campo magnetico di Giove vibrino in maniera regolare. Potrebbe trattarsi di interazioni con il vento solare, oppure di flussi di plasma ad alta velocità. Le particelle cariche provenienti dal Sole, infatti, non sono abbastanza potenti da generare un’aurora a raggi X. Deve quindi intervenire una qualche “accelerazione”, la cui origine resta però ancora sconosciuta. Ma che non dev’essere difficile da trovare, in un pianeta così massiccio, dove agiscono violentissimi fenomeni atmosferici.

 

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Il Messaggero