Buco nero distrugge una stella grande come il sole: le spettacolari immagini della NASA

(LaPresse) Una sonda spaziale della NASA ha ripreso un buco nero che ha letteralmente distrutto una stella delle dimensioni del nostro Sole passata troppo vicino alla regione...

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(LaPresse) Una sonda spaziale della NASA ha ripreso un buco nero che ha letteralmente distrutto una stella delle dimensioni del nostro Sole passata troppo vicino alla regione spaziale. E la prima volta che si può osservare un simile avvenimento.


Stazione spaziale affollatissima: 9 astronauti a bordo, anche il primo arabo. E Luca Parmitano festeggia i 43 anni

Il pasto di un buco nero che riduce a brandelli una stella come il Sole è stato visto con un dettaglio senza precedenti. Ha una massa circa sei milioni di volte quella solare ed è stato osservato per caso a 375 milioni di anni luce dalla Terra, dal nuovo cacciatore di pianeti della Nasa, Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), lanciato nel 2018. È quanto emerge dallo studio pubblicato sull'Astrophysical Journal dal gruppo dell'Università americana dello Stato dell'Ohio, coordinato da Patrick Vallely. Alla scoperta ha contribuito anche la rete globale di telescopici robotici, ASAS-SN (All-Sky Automated Survey for Supernovae), che ha il suo quartier generale nello stato americano dell'Ohio e il telescopio spaziale Swift della Nasa. Sul fenomeno influiscono sia le dimensioni della stella e del buco nero e, soprattutto, la loro vicinanza.

A seconda dei casi, il mostro cosmico capace di divorare ogni cosa gli capiti a tiro, luce compresa, può assorbire in un sol colpo la stella oppure divorarla a poco a poco attraendola a sé fino a trasformarla in un enorme spaghetto cosmico. Si tratta di un evento raro che, spiegano gli autori della ricerca, "avviene quando la stella si trova molto vicina al buco nero, a una distanza confrontabile a quella che separa la Terra dal Sole". La frequenza di eventi come questo può oscillare fra 1 ogni 10.000 anni e 1 ogni 100.000 anni in una galassia delle dimensioni della Via Lattea. "Siamo stati, quindi, molto fortunati - concludono gli autori dello studio - a osservare in tempo reale questo fenomeno, uno dei più luminosi del cosmo".​ Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero