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Non c'è fretta per Amasia: minuto più minuto meno, serviranno altri 300 milioni di anni poi sarà un attimo arrivare dall'Italia alla Croazia oppure alla Tunisia senza neppure dover attraversare l'Adriatico o il Canale di Sicilia, prosciugati e compressi dal movimento delle zolle tettoniche che formeranno il nuovo supercontinente attorno al Polo Nord. Amasia, viene chiamato, e rappresenta il punto di arrivo dell'errare dei continenti iniziato a sua volta 300 anni quando si sfaldò Pangea, l'allora super continente che caratterizzava il tardo Paleozoico dominato dal grande oceano Pantalassa.
In realtà i geologici non sono del tutto convinti di Amasia, ce ne sono anche che puntano su Pangea Ultima: non sarà più l'oceano Pacifico a rimpicciolirsi definitivamente, ma l'Atlantico.
Amasia è certo l'ipotesi dei ricercatori della Curtin University in Australia: loro insistono sul fatto che il Pacifico è più antico e che ha cominciato a restringersi quando ancora i dinosauri dettavano legge.
Il modello è basato indatti anche sulla manciata di centimetri (dai 4 ai 6) che il Pacifico "perde" ogni anno: ora è largo 15.500 chilometri e non si nota troppo, ma intanto l'Asia slitta a Est verso le Americhe che a loro volta sono attratte a Ovest. L'Antartide (Polo Sud) si adagia lungo il Sud America, l'Africa si aggiunge all'Asia da un lato e all'Europa dall'altro. Ecco Amasia.
I geofisici seguono i modelli che vedono la placca tettonica del Pacifico già interessata da processi di subduzione nei contri delle placche euroasiatica e nordamericana. Secondo questa teoria fra 300 milioni di anni sarà l'Atlantico l'oceano più vasto.
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