Virus B delle scimmie, l'appello dei virologi: «Evitare ogni contatto diretto»

Il virus B, un Herpesvirus trasmesso dalle scimmie, presenta un alto rischio di mortalità per l'uomo, specialmente quando l'infezione progredisce al sistema nervoso...

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Il virus B, un Herpesvirus trasmesso dalle scimmie, presenta un alto rischio di mortalità per l'uomo, specialmente quando l'infezione progredisce al sistema nervoso centrale. Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia, sottolinea l'importanza di monitorare la diffusione del virus tra le scimmie selvatiche e quelle in cattività per prevenire il rischio di trasmissione all'uomo. I sintomi iniziali possono essere trattati con farmaci antivirali, ma se l'infezione avanza, le possibilità di intervento diminuiscono drasticamente. «Il virus B delle scimmie è un virus erpetico - spiega Caruso ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili. I virus erpetici sono molto diffusi - ricorda - mentre questo virus in particolare è limitato ad alcune scimmie, evidenziato per la prima volta nei primi decenni del secolo scorso nei cercopitechi e chiamato perciò anche virus "cercopitechino". Per molto tempo si è trattato più che altro di una curiosità scientifica. In passato, infatti - racconta lo specialista - ad alcuni operatori di laboratorio che per i loro esperimenti avevano a che fare con le scimmie, lavorando direttamente con questi animali oppure maneggiandone tessuti o materiali biologici, è successo di infettarsi. Si è capito allora che il graffio o il morso di una scimmia portatrice di questo virus, o il contatto con un suo fluido infetto, magari attraverso un taglio accidentale, poteva far ammalare l'uomo. E l'infezione poteva essere grave, rapidamente mortale se coinvolgeva il sistema nervoso centrale».

Virus B: alto rischio di mortalità da infezione trasmessa da scimmie

Il virus B, un tipo di Herpesvirus trasmesso dalle scimmie, è caratterizzato da un alto rischio di mortalità quando infetta l'uomo, soprattutto se l'infezione raggiunge il sistema nervoso centrale. Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia, evidenzia l'importanza di monitorare la diffusione di questo virus sia tra le scimmie in cattività che quelle selvatiche, per ridurre il rischio di trasmissione all'uomo. I sintomi iniziali del virus possono essere trattati efficacemente con farmaci antivirali come l'aciclovir o il ganciclovir. Tuttavia, una volta che l'infezione avanza al cervello, le opzioni terapeutiche si riducono notevolmente, aumentando il rischio di esiti fatali.

Virus B trasmesso dalle scimmie, i medici: «Alto rischio di mortalità». Casi, sintomi e cure

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Il Messaggero