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È passato poco tempo dalla comparsa di Xe, che già Xj le ruba la scena, con la prima sequenza ottenuta in Italia, dall'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria: né l'una né l'altra sono nuove varianti del virus SarsCoV2, ma ricombinanti. Sono cioè il risultato della ricombinazione delle due sotto-varianti più diffuse della Omicron: BA.1 e BA.2. Si allarga la famiglia del virus responsabile della pandemia di Covid.
Variante Xe, ecco i sintomi: mal di gola e respiro corto «Ma il booster ci protegge»
Nuova variante Xj isolata in Italia
Finora sono stati identificati anche altri ricombinanti, come Xd e Xf, nati da Omicron e Delta, e sono stati segnalati anche Xa, Xb, Xc e Xh. Al momento l'unico individuato in Italia è Xj. Da tempo sono sparite dal nostro Paese le varianti Alfa e Delta, sopraffatte dalla Omicron, dominante al 100%, con l'80% dei casi dovuti alla sotto-variante BA.2. Lo indicano le analisi del Ceinge-Biotecnologie avanzate, basate sui dati delle banche internazionali Gisaid e Ncbi Virus, nelle quali vengono depositate le sequenze genetiche. Non è al momento riportata nel nostro Paese nessuna sequenza della nuova sotto-variante Xe, osserva Angelo Boccia, che ha elaborato i dati e che fa parte del gruppo di Bioinformatica del centro, coordinato da Giovanni Paolella.
L'ANALISI
«Xe è apparentemente il risultato della ricombinazione di due diverse varianti di Omicron, BA.1 e BA.2.
Per Novelli è importante «avere la certezza che Xe e Xj siano nuovi ricombinanti. Non è semplice farlo perché occorrono tecniche di sequenziamento complesse». Inoltre, prosegue il genetista, «Non basta leggere le sequenze genetiche, ma bisogna interpretarle, e bisogna sequenziare molto di più». Che il fenomeno della comparsa dei ricombinanti sia legato alla diffusione del virus è chiaro, ma secondo Novelli «è prematuro parlare della loro patogenicità: serve molto tempo per studiarle». La grande differenza fra i ricombinanti e le varianti è che solo queste ultime danno luogo a una progenie. «Non si tratta di nuovi lignaggi - osserva il virologo Francesco Broccolo, dell'università di Milano Bicocca e direttore scientifico del gruppo cerba HealthCare - Il virus si ricombina perché, in un momento in cui la circolazione del virus è alta, più infezioni possono coesistere in un unico individuo». Secondo Broccolo «è difficile capire se quella delle ricombinazioni sia una strategia vincente: finora non abbiamo visto ricombinazioni che abbiamo dato origine e nuove varianti».
I SINTOMI
I sintomi della nuova variante Xe (e quindi assimilabili a Xj che è equivalente), trattandosi di Omicron, sono ipotizzabili a carico delle alte vie respiratorie e possono anche essere presenti disturbi a carico dell'apparato gastrointestinale, sempre più frequentemente segnalati. Quindi tosse continua e perdita di olfatto, e anche del gusto. E per la cura, tra gli antivirali il Molnupiravir, secondo gli esperti, è quello che dimostra un'interessante attività. I vaccini, poi, dovrebbero essere in grado di protegge anche dalla variante Xe, e sull'efficacia del booster dovrebbe esserci la convergenza dei virologi.
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Il Messaggero