Vaiolo delle scimmie, quarantena obbligatoria in Belgio: è il primo Paese in Europa

Il Belgio è il primo a introdurre una quarantena obbligatoria di 21 giorni.

Vaiolo delle scimmie, quarantena obbligatoria in Belgio: è il primo Paese in Europa
Ritornano le quarantene in Europa, questa volta, però, non per il Covid. A destare allarme, ora, è il vaiolo delle scimmie. Il Belgio è il primo a introdurre...

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Ritornano le quarantene in Europa, questa volta, però, non per il Covid. A destare allarme, ora, è il vaiolo delle scimmie. Il Belgio è il primo a introdurre una quarantena obbligatoria di 21 giorni. Coloro che contraggono la malattia dovranno auto-isolarsi per tre settimane - è la decisione delle autorità sanitarie belghe - dopo che tre casi sono stati registrati nel Paese. I contagi, il primo dei quali è stato registrato venerdì, sono legati a un festival nella città portuale di Anversa. 

Vaiolo delle scimmie, l'Oms: «In tutto il mondo 92 casi confermati». Focolaio alle Canarie

Sono 92 i casi confermati e 28 quelli sospetti di vaiolo delle scimmie segnalati all'Organizzazione mondiale della sanità da 12 Stati membri dove la malattia non è endemica: Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d'America. Per i casi segnalati finora non sono stati stabiliti collegamenti di viaggio con le aree dove la malattia è endemica. «Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, i casi sono stati identificati principalmente, ma non esclusivamente, tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini». La situazione «si sta evolvendo», spiega l'Oms che prevede «che ci saranno più casi di vaiolo delle scimmie identificati man mano che la sorveglianza si espande nei paesi non endemici». Le attuali prove disponibili suggeriscono che coloro che sono più a rischio sono coloro che hanno avuto uno stretto contatto fisico con qualcuno con il vaiolo delle scimmie, mentre sono sintomatici».

 

L'allarme in Gran Bretagna

Anche nel Regno Unito si registra un aumento "significativo" delle infezioni e la risposta del governo per contenerne la diffusione è "critica". La dottoressa Claire Dewsnap, presidente dell'Associazione britannica per la salute sessuale e l'HIV, ha spiegato al Daily Mail che l'epidemia potrebbe avere un "impatto enorme" sull'accesso ai servizi di salute sessuale in Gran Bretagna. Altri 11 britannici sono risultati positivi al virus, portando il totale a 20. I casi includono un bambino britannico attualmente in condizioni critiche in un ospedale di Londra , mentre in Europa sono state registrate altre 100 infezioni. La dottoressa Dewsnap ha detto a Sky News: "Sta già circolando nella popolazione generale. Potrebbero esserci numeri davvero significativi nelle prossime due o tre settimane".

Gli Usa lavorano al vaccino

Gli Stati Uniti sono già al lavoro per capire quale vaccino possa essere utilizzato: «Tutti dobbiamo essere preoccupati», ha detto il presidente americano Joe Biden sottolineando che i contagi potrebbero continuare a espandarsi.

 


 

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Il Messaggero