Messo a punto e testato per ora su tre pazienti, tutti con melanoma in stadio avanzato, un vaccino potenzialmente universale contro i tumori. Ideato da esperti...
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«Per ora - spiega all'Ansa Ugur Sahin, ricercatore che ha condotto il lavoro - abbiamo ancora una evidenza clinica limitata, poiché abbiamo testato il vaccino su soli tre pazienti. Comunque questi sono rimasti stabili, il che significa che i loro tumori hanno smesso di crescere dopo la vaccinazione e per tutto il periodo di osservazione». «Nel 2017 - anticipa Sahin - testeremo il vaccino su altri pazienti con diversi tipi di tumore». «La grande novità di questo lavoro - spiega Enrico Proietti, Direttore del reparto di applicazioni cliniche delle terapie biologiche dell'Istituto Superiore di Sanità - sta nel fatto che questi 'liposomì (gli involucri di grasso che racchiudono il vaccino) sono molto efficaci nell'indurre una forte risposta immunitaria, sia perché attivano l'interferone, sia perché raggiungono quasi tutti la milza, centro nevralgicò delle reazioni immuni.
Potenzialmente, quindi, si tratta di un nuovo metodo di vaccinazione universalmente applicabile a diversi tumori (cambiando il 'contenuto della capsula a seconda del cancro), sottolinea Proietti. »isogna però essere cauti perché il dato clinico è al momento ancora troppo preliminare. Il segreto di questo vaccino sta, dunque, nella capsula di 'gocciolinè di grasso con cui viene veicolato. La capsula, infatti, raggiunge spontaneamente i distretti immunitari del corpo del paziente e, una volta giunta a destinazione, viene ingoiata dalle cellule dendritiche che poi leggono le istruzioni in essa contenute - l'Rna - e le traducono in un »antigene tumorale specificò, una «etichetta» molecolare che direziona le difese immunitarie in maniera mirata contro il tumore.
La risposta immune scatenata è molto forte.
Il Messaggero