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Chi non si vaccina non lavora. Dal 15 dicembre la regola, finora valida per il personale sanitario, riguarderà gli insegnanti (ma anche dirigenti scolastici, il personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle e le forze di polizia. Con l’entrata in vigore del decreto approvato in consiglio dei ministri mercoledì, per queste categorie, e anche per il personale non sanitario del comparto salute, non basterà più il tampone per andare al lavoro e il vaccino diventa praticamente obbligatorio. E per chi avesse compiuto già i due cicli sarà obbligatoria la terza dose.
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SOSPENSIONE
L’inadempimento dei nuovi obblighi, si legge nel decreto, determina l’immediata la sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, ma non sono previste conseguenze disciplinari e chi scegliesse di non vaccinarsi avrà diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati. «La sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato al datore di lavoro dell’avvio e del successivo completamento del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della dose di richiamo, entro i termini previsti e comunque non oltre sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto». La stretta era aera prevista, a causa dell’aumento dei contagi in tutta Europa e in molte Regioni, soprattutto al Nord. E in modo particolare nelle scuole.
I NUMERI
Attualmente solo il 5,8% del personale scolastico non si è ancorasottoposto al vaccino. Mentre i tra le forze dell'ordine i numeri sono più alti. Tra i 98 mila agenti di polizia circa 10 mila sono contrari all'immunizzazione, mentre tra le Forze Armate in 44 mila non hanno ancora fatto il vaccino, con una percentuale del 16%. Nella polizia penitenziaria ce ne sono invece 12 mila e la percentuale è molto alta: il 30%. La misura varata dal governo dovrebbe riguardare circa due milioni di personedue milioni di persone.
Il Messaggero