Vaccino Covid, dalle date agli anziani ecco cosa sappiamo oggi. Faremo anche il richiamo?

Vaccino Covid, dalle date agli anziani ecco cosa sappiamo oggi. Faremo anche il richiamo?
In attesa del vaccino, si sta mettendo a punto una strategia di sorveglianza hi-tech: le prime dosi anti-Covid saranno disponibili da metà gennaio e potrebbero...

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In attesa del vaccino, si sta mettendo a punto una strategia di sorveglianza hi-tech: le prime dosi anti-Covid saranno disponibili da metà gennaio e potrebbero arrivare a quota 10 milioni entro marzo. In Italia per il monitoraggio dei primi vaccinati si parte con la farmacovigilanza e i test per valutare la necessità della seconda dose

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Vaccino, le prime dosi

Il primo vaccino disponibile, in Italia potrebbe essere quello di Pfizer. E sarà disponibile nella seconda metà di gennaio per circa 1,7 milioni di persone. Secondo le stime dell'Aifa, arriveranno anche altri vaccini e da gennaio a marzo si potrebbe contare su una capacità vaccinale fino a 10 milioni. Verrà messo a punto un piano per la vaccinazione anti-Covid e il ministro alla salute, Roberto Speranza, dovrebbe presentarlo il 2 dicembre prossimo in Parlamento.

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Medicina hi-tech e test di controllo

Il tracciamento resta fondamentale, in tutti i campi dell'offensiva anti-Covid. L'idea è quella di rendere operativa un'app per monitorare le persone che avranno aderito alla campagna vaccinale. “Come Agenzia italiana del farmaco Aifa - ha detto il direttore generale dell'Aifa, Nicola Magrini, in occasione dell'incontro 'Un vaccino per tutti' - stimoleremo ulteriori studi per una farmacovigilanza attiva anche con mezzi innovativi, come un'app per il monitoraggio dei vaccinati”. L'utilizzo della piattaforma hi-tech sarà su base volontaria.

Dopo una prima dose verranno effettuati test sierologici per valutare la presenza di anticorpi e, nel caso fosse necessario, verrà somministrata una seconda dose.

Vaccino, chi lo farà per primo

Per il momento non è prevista una forma di obbligatorietà del vaccino anti-Covid anche se il tema è caldo e verrà affrontato nelle prossime settimane. Ma saranno comunque individuate delle categorie a rischio a cui il vaccino viene fortemente consigliato, in linea con quanto avviene per l'influenza stagionale e la campagne di vaccinazioni annuali.

Le prime fasce da mettere in sicurezza sono quelle degli operatori sanitari: medici e infermieri che, qualora si ammalassero, metterebbero a rischio la tutela della salute pubblica. Stesso discorso per il personale impegnato nelle Rsa dove, dall'inizio della pandemia, esplodono focolai dagli esiti purtroppo drammatici sia per chi ci lavora sia per chi viene assistito.

Tra i primi a vaccinarsi saranno gli anziani: l'idea è di procedere per fasce di età, a cominciare dagli over 80. per poi andare a vanti con gli over 70 e così via. Con il passare dei mesi sarà possibile contare su una sempre maggiore disponibilità di dosi quindi si procederà ampliando la platea dei pazienti fino alla copertura più larga possibile.

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Tre vaccini

Per il momento sono tre i vaccini arrivati alla fase finale di sperimentazione e per i quali sembra vicina l'autorizzazione a procedere. Il vaccino dell'azienda farmaceutica Usa Moderna, quello della multinazionale Pzifer e il vaccino sviluppato dalla multinazionale AstraZeneca con l'Università di Oxford e la Irbm di Pomezia, che assicura di poter contare su una efficacia del 90% nel dosaggio ottimale. L'idea è di procedere in parallelo con l'arrivo delle diverse dosi, valutando anche quello più efficace per le diverse categorie di pazienti.

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Il Messaggero