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A meno di una settimana dall’approvazione da parte della Agenzia europea del farmaco (Ema) e della Commissione Ue, lo si può finalmente affermare: i cittadini italiani stanno per iniziare a ricevere il vaccino Pfizer-Biontech. Le vaccinazioni infatti, come dichiarato dal commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri inizieranno «nei primi giorni di gennaio» con l’inizio della fase “di massa” a primavera, senza però che vi sia alcuna data precisa. Pochi, pochissimi a dire il vero, riceveranno però il siero entro la fine di quest’anno. L’Italia si è infatti accodata al “Vaccine Day”, una 24ore dedicata alle prime immunizzazioni in Belgio, Francia, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Germania (che intanto ha fatto sapere che inizierà le vaccinazioni il 27 dicembre a partire dalle Rsa). Una giornata, quella del “Vday”, che dovrebbe portare a meno di 10mila vaccinazioni nella Penisola. Quasi nulla sulle 1,8 milioni di dosi disponibili. Una «quota simbolica» per il ministro Roberto Speranza, che sembra più che altro una misura a favore di telecamera. Un’iniziativa spot che, sulla scia dei 1200 gazebo a fiori che saranno installati proprio per la fase 2 al via “genericamente” in primavera, ha il sapore di un messaggio pubblicitario più che quello dell’efficienza.
Fase 2 per cui, peraltro, arrivano buone notizie dalla Fda (l’ente farmaceutico Usa) sul vaccino di Moderna (da cui la Ue ha comprato 80 milioni di dosi). Questo riuscirebbe a interrompere la trasmissione virale. «Se il dato è confermato - spiega il virologo Roberto Burioni - il virus è finito».
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Piano e dubbi
Tornando in Italia, ieri a delineare ancora i contorni del Piano vaccinale è stato Arcuri che ieri ha incontrato i ministri Speranza e Boccia (Affari Regionali) e i rappresentati delle Regioni, in vista della conferenza Stato-Regioni che oggi darà il suo via libera.
Non si tratta però dell’unico dubbio che ammanta le prime somministrazioni. Mancano infatti le date di inizio delle vaccinazioni di massa, piattaforme di prenotazione e di controllo, protocolli di collaborazione tra le aziende sanitarie locali e i gazebo annunciati e, soprattutto, manca il personale. Il bando per l’assunzione di 3mila medici e 12 mila infermieri (che non ci sono sul mercato oggi), o meglio delle agenzie che dovranno occuparsene, scade il 28 dicembre. Una data che già allunga le ombre di un ritardo sull’inizio delle operazioni di gennaio.
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Il Messaggero