Vaccino Covid, Burioni: «Dati preliminari promettenti, ormai siamo in finale: possiamo vincere»

«Da qualunque angolazione vogliate vedere la situazione attuale, è indispensabile stare molto attenti e prendere tutte le necessarie precauzioni per evitare il...

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«Da qualunque angolazione vogliate vedere la situazione attuale, è indispensabile stare molto attenti e prendere tutte le necessarie precauzioni per evitare il contagio». Però «in questi giorni ci sono anche ottime notizie. I dati preliminari riguardi ai vaccini sono veramente promettenti». Lo dice Roberto Burioni, che su Twitter pubblica e commenta un nuovo studio sul vaccino contro il coronavirus. Il virologo del San Raffaele racconta: «Un problema di molti vaccini (tra i quali quello antinfluenzale) sta nel fatto che le persone che più avrebbero bisogno della protezione, come gli anziani, sono quelli che peggio rispondono alla vaccinazione. Nel caso del vaccino contro Covid questo sarebbe un guaio, in quanto come tutti sapete le conseguenze dell’infezione sono molto più gravi con l’andare avanti nell’età. E’ stato appena pubblicato uno studio nel quale è stato studiato un piccolo numero di partecipanti (40) in parte di età tra i 50 e i 70 anni e in parte sopra i 70 anni. Ebbene, in tutti i pazienti la vaccinazione con mRNA-1273 (il vaccino che sta sviluppando Moderna) ha indotto la protezione di anticorpi in grado di neutralizzare il virus, che in generale sono correlati alla vaccinazione.

 
Poi Burioni parla anche di altro: «Gli effetti collaterali non sono stati lievissimi, ma comunque tollerabili. Attenti: questo studio non ci dice che il vaccino funzionerà negli anziani. Però avrebbe potuto dirci, con risultati diversi, che il vaccino difficilmente avrebbe funzionato. Invece così non è, le premesse per una protezione anche dei più anziani ci sono tutte. Adesso bisogna vedere se queste premesse si tradurranno in una protezione concreta. È quello che stanno tentando di dimostrare gli studi in corso e attendiamo di giorno in giorno il risultato. Insomma, il vaccino è come l’Italia del 2006: ha superato la Germania in semifinale giocando una magnifica partita. Adesso si va in finale dove c’è la squadra più forte del mondo. Certo, il risultato non è al sicuro: ma se si è in finale significa che si può vincere, chi ha perso in semifinale è già a casa. Noi siamo invece in campo. Incrociamo le dita e prendiamo tutte le precauzioni: ci serve ancora qualche settimana o mese per sapere se il vaccino funziona o meno. E se funziona per il virus saranno guai.

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Il Messaggero