Vaccino anti-infarto? I segreti dell'Inclisiranl, il farmaco che può cambiare la lotta alle malattie cardiovascolari

Oltre 10mila persone sono state inserite nei trial clinici. A Milano i test al Centro cardiologico Monzino

Come funziona il "vaccino" anti-infarto? I segreti dell'Inclisiranl, il farmaco che può cambiare la lotta alle malattie cardiovascolari
È cominciato il trial clinico del farmaco ribattezzato "vaccino anti-infarto" dal luminare Eugene Brauwnwal. Al Centro cardiologico Monzino di Milano, i...

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È cominciato il trial clinico del farmaco ribattezzato "vaccino anti-infarto" dal luminare Eugene Brauwnwal. Al Centro cardiologico Monzino di Milano, i primi tre pazienti stanno testando gli effetti dell'Inclisiranl, medicinale che dimezza i livelli di colesterolo cattivo riducendo il rischio di eventi cardiovascolari gravi. Lo studio multicentrico internazionale Victorion-2P coinvolgerà oltre 10 mila soggetti nel mondo. 

A Milano la prima a ricevere il farmaco è stata una donna. «Siamo particolarmente contenti di aver iniziato con un soggetto di sesso femminile perché negli studi clinici le pazienti sono spesso sotto-rappresentate nonostante abbiano un rischio cardiovascolare sovrapponibile a quello degli uomini», ci tengono a dire tre ricercatrici che prendono parte allo studio, Elisabetta Salvioni, Fabiana De Martino e Irene Mattavelli. 

 

 

 

Come funziona il vaccino anti-infarto?

Il farmaco ribattezzato "vaccino anti-infarto" ha il compito di abbassare il livello di colesterolo "cattivo" nel sangue. A differenza degli altri farmaci che hanno questo scopo, l'Inclirisan ha dimostrato di avere un'efficacia del 50% sia nei pazienti con malattia cerebrovascolare sia in quelli con malattia polivascolare. È stato definito vaccino perché, a differenza dei suoi "colleghi", va assunto solo due volte all'anno e non tutti i giorni, come gli attuali anti-colesterolo in commercio. 

Massimo Mapelli, membro dello staff dello studio al Monzino sottolinea che il farmaco «è una delle innovazioni più importanti in ambito di prevenzione cardiovascolare ed è capostipite di una nuova classe di farmaci anticolesterolo, che agiscono con un meccanismo di silenziamento genico. Si tratta di molecole che interferiscono in modo mirato su specifici target disattivandoli, e dunque, per così dire, mettendoli a tacere. Inclirisan è ancora più interessante perché silenziando una sequenza di RNA messaggero (mRNA) a livello dell'epatocita (cellula del fegato), attraverso una serie di meccanismi a cascata, produce una riduzione molto importante dei valori di colesterolo».

 

 

Come si assume?

Inclirisan viene inoculato sottocute e mira all'obiettivo senza diffondersi in diversi punti dell’organismo. È stato valutato che ha una bassa tossicità e provoca effetti collaterali meno gravi rispetto agli altri farmaci. «Un effetto che è ancora più importante nei soggetti più a rischio, come chi ha già sperimentato un evento cardiovascolare ( infarto e ictus). Sono proprio questi i pazienti su cui si focalizza questo studio - osserva Piergiuseppe Agostoni, direttore del Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa Monzino - ad oggi infatti, pur avendo a disposizione un'ampia gamma di farmaci anticolesterolo, tra cui le note statine, i target di LDL-C desiderabili per ridurre il rischio di recidive sono spesso difficili da ottenere».

 

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Il Messaggero