All'estero con le figlie piccole per non essere costretta a vaccinarle: è la storia di Laura T., mamma di due bambine di 4 e quasi 2 anni, in partenza per la Spagna....
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Non lavora più per tenere le figlie a casa. Aveva iscritto la più grande alla scuola materna, ha «sperato e creduto fino all'ultimo» che il Movimento 5 Stelle smantellasse subito la legge Lorenzin sull'obbligo vaccinale, «ma poi non hanno mantenuto le promesse, a fine estate all'improvviso hanno deciso che non cambiava più niente. E mi sono ritrovata così».
Laura ha valutato «strutture alternative - dice - che però erano troppo lontane da casa. Mi sono sentita con le spalle al muro. Non vaccinare così diventa una scelta per ricchi. Se non puoi permetterti la babysitter o soluzioni che risultano davvero costose, devi organizzarti. Io lavoravo come cameriera, su chiamata, ho lasciato tutto e ora viviamo con un solo stipendio, quello del mio compagno che fa il pendolare per raggiungere il suo impiego a Milano».
«Non sono l'unica. Le mamme che hanno scelto di non vaccinare sembrano poche, ma non lo sono. Io considero le mie figlie discriminate. Una quotidianità con altri bambini, una socialità piena non la possono avere e io soffro parecchio perché non hanno le possibilità che hanno gli altri. Ho fatto una scelta difficile, nata in maniera istintiva, legata alla mia esperienza personale e poi rafforzata dalle informazioni che ho raccolto documentandomi, anche su Internet. Con l'obbligo - conclude - hanno creato un problema sociale che ricade sulle donne, perché alla fine sono proprio loro che devono lasciare tutto per stare casa e non vanno a lavorare».
La storia di Laura risponde in parte alla domanda: dove sono finiti i bambini non vaccinati? Le statistiche non tornano perché, nonostante l'aumento delle coperture, gli allontanamenti da asili nido e scuole dell'infanzia, previsti dalla legge per la fascia d'età 0-6 anni, sono pochi rispetto alla percentuale di piccoli non immunizzati, che nelle situazioni migliori - cioè quando è stata raggiunta la soglia del 95% che gli esperti reputano necessaria per ottenere l'immunità di gregge - resta comunque pari al 5% per ciascun anno di nascita.
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Il Messaggero