Dimenticati, saltati, confusi, assunti in dosi inferiori o eccessive rispetto alle indicazioni del medico: secondo stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal...
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A fronte del problema che riguarda soprattutto malati cronici e che assumono più medicinali, da parte delle regioni c'è ancora poca informazione e pochi strumenti di supporto al paziente. È la denuncia che arriva dall'analisi sull'aderenza terapeutica realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, presentata oggi a Roma. Compresenza di più malattie croniche, frustrazione nel non percepire benefici dalle cure, scarsa comprensione sulla terapia da seguire, sono questi i motivi che spingono il paziente a non assumere correttamente farmaci.
Ed è su questi punti che si può migliorare, come emerge dall'indagine realizzata con il contributo non condizionato di Servier, attraverso un questionario rivolto agli Assessorati alla salute e operatori sanitari. Per migliorare l'aderenza le 13 Regioni che hanno risposto puntano di più sui medici di famiglia, seguono specialisti, farmacisti e infermieri. Nessuna Regione ritiene prioritario puntare sul care-giver familiare e professionale (come le badanti) e solo Friuli Venezia Giulia, Molise e Trento stanno investendo anche sul ruolo delle associazioni di pazienti. In generale, si punta ancora troppo poco sull'informazione, con brochure o tutorial. Di qui le 8 raccomandazioni civiche del Tribunale per i diritti del malato, che vedono in testa, spiega il coordinatore nazionale Tonino Aceti, quella di "dare tempestiva attuazione al Piano Nazionale della Cronicità", "perché chiarisce bene come, oltre a intervenire sull'appropriatezza prescrittiva, le regioni devono creare soluzioni organizzative che favoriscano l'adesione alle prescrizioni". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero