Tumori, la Cina studia un virus in grado di ucciderli: al via la sperimentazione

Tumori, la Cina studia un virus in grado di ucciderli: al via la sperimentazione
Nuova frontiera della lotta al cancro in Cina, dove si sta studiando di armare virus efficaci contro i tumori. Tra le patologie oncologiche potenzialmente trattabili con questo...

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Nuova frontiera della lotta al cancro in Cina, dove si sta studiando di armare virus efficaci contro i tumori. Tra le patologie oncologiche potenzialmente trattabili con questo nuovo medicinale troviamo i tumori di testa e collo, il cancro ai polmoni, il carcinoma del colon-retto e le neoplasie epatiche. La Cina ha approvato quindi la sperimentazione in fase di studio clinico di un nuovo farmaco oncologico in grado di disgregare la parete delle cellule tumorali. Lo hanno reso noto ieri gli enti responsabili dello sviluppo del nuovo medicinale. Questo farmaco, sviluppato in collaborazione tra l'Università di Xiamen e due aziende cinesi, rappresenta l'ultimo ritrovato per il trattamento dei tumori solidi attraverso la viroterapia oncolitica, basata sulla somministrazione a scopo terapeutico di virus che infettano le cellule tumorali.


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  La viroterapia oncolitica è una forma di immunoterapia che disgrega le cellule oncologiche e rilascia una serie di antigeni associati al tumore, stimolando la risposta immunitaria del paziente. I ricercatori dell'Università di Xiamen hanno messo a punto un virus oncolitico di nuova generazione, che codifica gli anticorpi PD-1, vantando un tasso di guarigione più elevato sulle cavie affette da neoplasie. Secondo gli scienziati, questo agente patogeno può rilasciare direttamente gli anticorpi PD-1 all'interno delle cellule tumorali, inducendone la «morte cellulare immunogenica» e innestando un processo che attragga i linfociti T attivati e ne promuova l'azione contro un maggior numero di cellule cancerose.

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Ulteriori studi dimostrano come questo virus sia in grado di debellare sia il cancro a livello locale che le cellule oncologiche a distanza, stimolando la risposta immunitaria anti-tumorale. Si è inoltre scoperto come le cavie curate con questo nuovo medicinale abbiano sviluppato una memoria immunitaria anti-tumorale a lungo termine e possano quindi resistere in caso di recidiva o di nuovi attacchi da parte delle stesse cellule cancerose.


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Il Messaggero