Un milione di persone possono oggi dirsi guarite dal cancro, poco più dell'intera popolazione di una città come Napoli. Ex malati, perchè possono contare...
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Numeri positivi ai quali però si affianca la criticità legata ad un'assistenza a luci ed ombre, soprattutto per la domiciliare. «Oggi ci sono 1000 nuove diagnosi di tumore e 485 decessi al giorno nel nostro Paese, ma la mortalità sembra aver raggiunto un livello stabile anche se l'incidenza dei casi è in aumento - spiega la presidente Aiom Stefania Gori -. Ed oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi, dato per cui nel nostro Paese la sopravvivenza è pari o superiore alla media europea». La malattia oncologica cioè, sottolinea il tesoriere Aiom Saverio Cinieri, «sta diventando sempre più cronica grazie ad armi efficaci come l'immunoncologia e le terapie a bersaglio molecolare che si aggiungono a chirurgia, chemioterapia, ormonoterapia e radioterapia».
Altro dato positivo si registra per le Breast Unit dedicate alla cura del tumore della mammella: sono 212 e l'80% (170) tratta più di 150 nuovi casi ogni anno (la soglia minima stabilita a livello europeo). Tuttavia, sono distribuite a macchia di leopardo: al Nord il 72% delle Oncologie (120) ne è dotato, rispetto al 68% del Centro (57) e al 43% del Sud (35). Le differenze regionali cioè, avvertono gli oncologi, sono ancora troppe e pesano sull'assistenza ai pazienti. Così, solo il 65%, dei reparti di Oncologia, rileva l'Aiom, garantisce l'assistenza domiciliare e la forbice si allarga spostandosi lungo la Penisola: al Nord le cure domiciliari sono infatti assicurate dal 70% delle strutture rispetto al 52% del Sud, nonostante sia stato dimostrato che, se fosse assicurata un'adeguata assistenza domiciliare e palliativa, la degenza in ospedale si ridurrebbe da 20 a 4 giorni, con un risparmio di circa 2.000 euro a paziente.
Di contro, in Italia sono attivi 332 reparti di Oncologia e quasi l'80% (78,9%) ha un servizio di supporto psicologico.
Il Messaggero