La qualità dell'assistenza sanitaria è promossa, tanto che in Italia il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di malattie oncologiche è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Cellulari e tumori, la scienza boccia la sentenza choc: «Non aumentano i rischi»
Più in generale, è l'intero sistema sanitario italiano ad essere promesso: in Italia, infatti, si registrano tassi di mortalità più bassi rispetto alla media europea anche per le cardiopatie ischemiche, ictus e cancro colon-rettale. Però, sono le disparità tra Regioni nella qualità dei servizi e nell'accesso alle cure il tallone d'Achille: basti pensare che gli abitanti del Nord vivono oltre tre anni in più rispetto a quelli del Sud. Non solo: nel 2017, il 2% circa della popolazione italiana ha denunciato un bisogno sanitario non soddisfatto principalmente a causa di problemi connessi ai costi e a problematiche legate ai tempi di attesa. «I dati sui bisogni sanitari non soddisfatti - si legge nel rapporto - indicano notevoli differenze di accesso alle cure tra le regioni: i cittadini delle regioni meridionali, meno prospere, hanno una probabilità quasi doppia di riscontrare un bisogno sanitario non soddisfatto rispetto a quelli nelle più ricche regioni settentrionali. Nelle regioni meridionali sono superiori anche il tasso di bisogni sanitari non soddisfatti legati ai tempi di attesa e alle distanze da percorrere».
Il sistema sanitario è efficace nonostante i minori fondi investiti: nel 2017 l'Italia ha destinato alla sanità l'8,8 % del proprio Pil, collocandosi al di sotto della media europea, pari al 9,8 %. La spesa sanitaria pro capite si è attestata a 2.483 euro, oltre il 10 % in meno rispetto alla media dell'Europa, pari a 2.884 euro. Gli stili di vita, secondo il rapporto Ocse, incidono sui decessi: circa un terzo delle morti registrate nel 2017 è attribuibile a fattori di rischio comportamentali, tra cui i rischi connessi alla dieta, il tabagismo, il consumo di alcolici e la scarsa attività fisica.
Nel dettaglio, nel 2017, 98.000 decessi sono riconducibili a rischi connessi alla dieta, 90.000 al fumo di sigarette.
Il Messaggero