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Metti insieme nella cucina di un ristorante romano un gruppo di donne piene di curiosità, uno chef che svela i segreti della buona cucina, e l’entusiasmo sarà assicurato.
E poco importa che quelle donne, tra loro sconosciute, abbiano in comune una storia clinica simile. «Spesso l’opinione pubblica vede i pazienti oncologici solo come malati che si rinchiudono a casa – spiega Eliana Burattini (nella foto), oncologa dell’ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma e ideatrice del mini corso di cucina – Invece il paziente oncologico che sta clinicamente bene conduce una vita normale, va a cena fuori, parte in vacanza». Quale modo migliore, dunque, per dimostrare che «anche le pazienti oncologiche hanno voglia di condividere un’esperienza e divertirsi», magari dietro ai fornelli, visto che l’alimentazione ha un ruolo importante nel percorso di cura? Come spiega infatti Giorgio Capuano, medico nutrizionista dell’ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma «se una corretta nutrizione in un soggetto sano ha lo scopo di ridurre il rischio di ammalarsi, nel paziente sottoposto a un trattamento oncologico bisogna rendere più tollerabile la terapia e migliorare la qualità di vita. Il supporto nutrizionale durante la chemioterapia deve iniziare e proseguire durante il trattamento stesso». Inutile dire che l’iniziativa è stata accolta con grande interesse. A cominciare dai proprietari del ristorante. «È stata una bella opportunità per sensibilizzare, anche per il nostro personale – raccontano Arianna e Mario Consolini – Lo chef li ha coinvolti in una esperienza bellissima. Tutte le donne che hanno partecipato hanno realizzato un sogno: sentirsi chef almeno per una giornata. Hanno poi scoperto tecniche di cucina che pensavano già di conoscere». «Mi sono sentita come se fossi dentro la mia cucina, lo chef ci ha spiegato tutto con semplicità», spiega Maria Rosa Vita, imprenditrice agricola, che tiene subito a precisare: «Nonostante la malattia conduco una vita normalissima, non sono una persona diversa». «Abbiamo trascorso una giornata felice – ricorda Roberta Maria Gomelino, insegnante – Dopo l’impatto della diagnosi, arriva un momento in cui si trova la voglia di vivere e affrontare tutto con forza».
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