«Un approccio sicuro e fattibile». Così i ricercatori hanno commentato i primi passi dell'editing genetico, una procedura di modifica dei geni volta a...
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L'approccio si è rivelato sicuro e fattibile in base ai primi risultati, ma è troppo presto per dire se sia efficace contro la malattia, come riferisce il New York Times. Il follow up più lungo è di 9 mesi. Tutti e tre i pazienti sono sessantenni, con forme molto avanzate nonostante chirurgia, radio e chemioterapia. «La buona notizia è che sono tutti vivi», ha detto Edward A. Stadmauer, dell'University of Pennsylvania Abramson Cancer Center. «La risposta migliore che abbiamo visto al momento - ha aggiunto - è la stabilizzazione della loro malattia».
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I ricercatori dell'Università della Pennsylvania hanno prelevato i globuli bianchi dei pazienti, hanno rimosso tre geni indesiderati, che potrebbero interferire con la capacità delle cellule di combattere il cancro o causare effetti collaterali nei pazienti.
I ricercatori sperano di usare Crispr per trattare una serie di malattie genetiche, e questo stesso strumento è già stato usato sperimentalmente contro l'anemia falciforme, mentre alcuni medici cinesi hanno affermato di aver iniziato a usare Crispr per curare vari tipi di cancro. La tecnologia è relativamente nuova e c'è chi teme che si possa in qualche modo modificare il gene sbagliato. Nel loro studio i ricercatori americani hanno usato un virus per armare le cellule T con quella che Stadtmauer ha definito una 'bombà, in grado di dirigere i 'soldatì del nostro organismo ad attaccare un bersaglio chiamato NY-Eeo-1, una proteina presente sulle cellule tumorali ma raramente sui tessuti normali.
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Quindi, dopo aver lavorato le cellule per rimuovere eventuali tracce di Crispr, il team le ha reinfuse nei pazienti. «È bello avere queste cellule in giro a fare la guardia contro il tumore», ha detto lo studioso. «Siamo felici di vedere ancora queste cellule nove mesi dopo» l'infusione. Occorre ancora del tempo per capire se questi guardiani geneticamente modificati combattono davvero il tumore. Le prossime fasi dello studio, che coinvolgerà più pazienti, faranno luce sui risultati. Prima della fine dell'anno, ha affermato lo studioso, un numero maggiore di malati riceverà cellule trattate con Crispr per combattere la leucemia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero