Il rischio di un tumore ai polmoni non è lo stesso per tutti i fumatori. Uno screening personalizzato per la diagnosi precoce, per la prima volta, è stato...
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Tumori, nuova frontiera dello spazio. «Cellule killer muoiono a gravità zero»
Il tumore del polmone in Italia è la prima causa di morte per cancro negli uomini e la terza nelle donne, quasi 34.000 decessi in un anno. Finora solo nell'1-1,5% dei pazienti è stato diagnosticato in una fase molto precoce. Da oggi il big killer fa meno paura grazie allo studio bioMILD dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che ha portato a due risultati rivoluzionari. Il primo spiega che il rischio di tumore al polmone non è uguale per tutti i forti fumatori (il più importante fattore di rischio è proprio il fumo). E per la prima volta è stato individuato uno screening personalizzato per la diagnosi precoce per i forti fumatori. Si tratta della Tac spirale toracica a basso dosaggio di radiazioni (LDCT) e un test microRNA sul sangue, due esami che, in combinazione, possono cambiare il destino di forti fumatori e di soggetti ad alto rischio.
La ricerca rappresenta una svolta perché scardina l'idea che non sia possibile effettuare una diagnosi precoce del carcinoma polmonare. Al contrario, prova che è possibile stabilire in anticipo chi ha maggiori probabilità di sviluppare la malattia e definire il calendario dei controlli e le misure preventive. Lo studio è stato supportato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro ed è stato presentata oggi alla 20ma Conferenza mondiale dell'International Association for the Study of Lung Center (IASLC) a Barcellona. BioMILD è stato condotto su circa 4.000 persone, arruolate all'inizio del 2013. Il 70% dei partecipanti era costituito da forti fumatori - cioè consumatori in media di un pacchetto di sigarette al giorno per 30 anni - con un'età superiore ai 55 anni. Il restante 30% comprendeva volontari nella fascia d'età 50-55 anni, fumatori di 30 sigarette al giorno, sempre da almeno 30 anni. Tutti sono stati sottoposti alla combinazione LDCT-test miRNA, eseguito attraverso il semplice prelievo di un campione di sangue.
I miRNA sono piccolissime molecole, molto specifiche, che vengono rilasciate precocemente dall'organo aggredito dalla malattia e dal sistema immunitario. I risultati sono stati significativi: il 58% dei partecipanti è risultato negativo a entrambi i controlli ed è stato classificato a rischio basso di tumore del polmone, mentre il 37% è risultato positivo a uno dei due esami (rischio medio) e il restante 5% ha avuto entrambi i valori positivi con un rischio molto più alto di ammalarsi. «Lo studio ci permette di costituire le basi per l'avvio di programmi di controllo mirati per la diagnosi precoce del tumore al polmone e rappresenta una svolta che apre la strada a una metodologia di screening avanzato per i forti fumatori non ancora prevista», spiega Giovanni Apolone, Direttore scientifico dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int).
«Con lo studio MILD (Multicenter Italian Lung Detection), pubblicato quest'anno sul Journal of Thoracic Oncology abbiamo già provato che grazie allo screening prolungato per dieci anni è possibile ottenere una riduzione della mortalità per tumore polmonare pari al 39%».
Il Messaggero