Tumori, rivoluzione biopsia liquida: «Con un prelievo di sangue si taglia la strada al male»

Il regina Elena di Roma
Un semplice prelievo di sangue che può prevenire e analizzare gli sviluppi dei tumori e aiutare a intervenire sulle cellule tumorali affinché queste diventino meno...

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Un semplice prelievo di sangue che può prevenire e analizzare gli sviluppi dei tumori e aiutare a intervenire sulle cellule tumorali affinché queste diventino meno aggressive. «La biopsia liquida è uno strumento innovativo e, a mio parere, rivoluzionario per studiare l'evoluzione della malattia tumorale. Il tumore tende a sfuggire alle terapie, per cui un paziente che inizialmente risponde potrebbe non farlo più e recidivare. Ma la recidiva non è la stessa malattia di prima». A spiegarlo all'Adnkronos Salute è Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell'Istituto Regina Elena di Roma, dove sono in corso numerose sperimentazioni sulla biopsia liquida. Nella sostanza, un semplice prelievo di sangue consente di anticipare le mosse dei tumori e permette di tagliare loro la strada, impedendo che diventino più aggressivi.


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«Il tumore, con il tempo, può cambiare o, come diciamo noi, mutare. Per monitorarlo oggi si deve fare una biopsia, che è però una procedura invasiva, e non tutti i pazienti sono in condizione di eseguirla», aggiunge l'esperto. L'eccezionalità della biopsia liquida è che «basta un prelievo di sangue, e alcune analisi ci permettono di vedere le sostanze che il tumore rilascia nel sangue».

Con la biopsia liquida il medico può seguire la storia clinica del paziente in tempo reale, tenersi aggiornato e ottenere informazioni cruciali per adattare la terapia con relativa facilità. Per esempio, può sapere se il tumore sta rispondendo al trattamento (chirurgico e medico), se stanno insorgendo resistenze, se il tumore è in una fase quiescente o si sta attivando, o anche se ci sono altri farmaci a bersaglio molecolare potenzialmente utilizzabili, ricordano dal Regina Elena.

 

Un approccio non invasivo che punta verso la personalizzazione delle cure, e il contenimento dei costi per il Servizio sanitario nazionale: permetterebbe, infatti, di evitare terapie (e tossicità) inutili. Ma la biopsia liquida è già una realtà? «Facciamo molti studi sperimentali, ma queste analisi devono ora passare dalla fase sperimentale all'attuazione pratica, tramite la rimborsabilità», dice Ciliberto. «Attualmente, tranne un paio di casi, la biopsia liquida non è rimborsata dal Ssn. Oggi noi al Regina Elena la offriamo ai nostri pazienti grazie proprio alle sperimentazioni che abbiamo in corso. Un vantaggio in più per i malati». Ma anche per i medici. «Passare alla fase in cui la biopsia liquida sarà rimborsata a tutti i pazienti permetterebbe di avere a disposizione uno strumento davvero prezioso», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero