NAPOLI All'amico che pensava al suicidio perché la ragazza lo aveva lasciato ha detto: «Vieni un po' a trovarmi prima e, in ogni caso, se proprio vuoi farla, ucciditi in...
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Vita e morte, senza giri di parole. L'amico ha cambiato rapidamente idea, è andato a fargli visita in ospedale a Napoli e ha capito la gerarchia dei valori. Massimo, poco più di 12 anni, in attesa di un trapianto, una maturità rapidamente acquisita più di molti adulti, lo sa bene cosa vuol dire la vita alla quale è legato da una macchina che sostituisce il suo cuore malato.
Cerca di fare una vita normale da cinque mesi in una stanza del Monaldi (Azienda ospedaliera specialistica dei Colli diretta da Antonio Giordano) e sabato scende idealmente in piazza con il suo cuore artificiale, il Berlin Heart, per la “Giornata nazionale della donazione degli organi e dei tessuti”.
Avrebbe voluto farlo per davvero ma difficoltà organizzative e tecniche, legate alla macchina, glielo hanno impedito. Ma non c'è problema, la sua idea non cambia:«Ora voglio che lo sappiano tutti, voglio che si sappia come si vive con un cuore artificiale, voglio che si capisca l'importanza di donare gli organi, voglio che si sappia che ci sono persone straordinarie che aiutano chi soffre in attesa di ricevere un cuore vero» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero