Tesla, Musk fa riaprire lo stabilimento nonostante la pandemia: 450 dipendenti positivi al Covid

Centinaia di dipendenti dello stabilimento di Tesla in California hanno contratto il Covid-19 dopo che Elon Musk li ha esortati a tornare a lavorare in mezzo alla pandemia di...

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Centinaia di dipendenti dello stabilimento di Tesla in California hanno contratto il Covid-19 dopo che Elon Musk li ha esortati a tornare a lavorare in mezzo alla pandemia di coronavirus: lo rivela un rapporto del Washington Post. L'impianto, situato nella contea di Alameda, ha riaperto nel maggio dello scorso anno nonostante i funzionari sanitari avessero ordinato che restasse chiuso almeno fino a giugno. Musk - che ha denunciato il lockdown del governo come "forzato" - aveva twittato l'11 maggio: «Tesla sta riavviando la produzione oggi contro le regole della contea di Alameda. Sarò in linea con tutti gli altri. Se qualcuno viene arrestato, chiedo di essere solo io».

Diversi giorni dopo, il miliardario ha raggiunto un accordo con i funzionari sanitari locali per consentire la riapertura dell'impianto a condizione che tutti i casi Covid presso la struttura fossero segnalati al dipartimento di sanità pubblica della contea di Alameda. I dati del Dipartimento sono stati ottenuti soltanto sabato scorso dal Washington Post in base alle leggi sulla libertà di informazione. Il risultato: circa 450 dipendenti sono stati contagiati tra maggio e dicembre 2020. Un vero focolaio. L'impianto impiega quasi 10.000 lavoratori.

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Dopo la riapertura dello stabilimento a maggio, Tesla aveva detto ai suoi dipendenti che avrebbero potuto rimanere a casa se si fossero sentiti a disagio nel tornare in sede. L'azienda disse che la decisione in tal senso non avrebbe influito sulla sicurezza del lavoro. Tuttavia, lo scorso giugno, due lavoratori di Telsa avevano dichiarato al Washington Post di aver ricevuto avvisi di licenziamento per «mancato rientro al lavoro».

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Musk era stato criticato per la sua risposta «superficiale» sulla pandemia. Lo scorso settembre aveva dichiarato di non essere interessato a ricevere un vaccino perché non correva il «rischio di ammalarsi gravemente a causa del virus». Nel frattempo, al New York Times aveva sostenuto che i blocchi in tutto il paese fossero stati un «grave errore: la razionalità passa in secondo piano. Il tasso di mortalità è molto basso. In sostanza, la cosa giusta da fare sarebbe non aver chiuso a chiave l'intero paese».

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Il Messaggero