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REmoTE il progetto di telemedicina che porta i centri di emofilia e delle malattie emorragiche congenite (MEC) a casa dei pazienti è pronto per essere applicato. Una televisita valida per il 50% delle visite di controllo,sviluppata in collaborazione con ALTEMS (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari), si snoderà attraverso due fasi: «la prima sarà la stesura di un manuale operativo ritagliato sulle esigenze dei Centri Emofilia e dei pazienti», spiega Lara Pippo head of Market Access & Government Affairs di Csl Behring. «La seconda fase -prosegue- sarà dedicata a raccogliere e analizzare gli indicatori che saranno registrati dai centri per ogni prestazione, in modo da ottenere un 'cruscotto' mediante il quale valutare l’efficacia e la validità delle soluzioni di assistenza adottate. Al termine di questa fase sarà prodotto congiuntamente con i centri un report che avrà il compito di descrivere vantaggi e direzione da percorrere. CSL Behring ha intercettato questo bisogno, espresso dagli stessi pazienti, mettendo a punto un progetto innovativo e caratterizzato da un approccio Value Based Health Care».
La ‘televisita’ è entrata così a pieno titolo nel SSN ed è in corso la definizione del tariffario. Una modalità di accesso alle prestazioni innovativa che interessa tutte le specialità. Una iniziativa accolta con favore anche dall’associazione pazienti: «FedEmo crede in maniera convinta nei possibili benefici derivanti da un utilizzo generalizzato della telemedicina in emofilia, tanto da aver posto il tema al centro del proprio evento istituzionale in occasione della recente Giornata mondiale dell'Emofilia, ricevendo al riguardo anche la condivisione d'intenti da parte dello stesso Ministro della Salute, Roberto Speranza», afferma il presidente FedEmo, Cristina Cassone. «Nell’ambito della patologia di cui ci occupiamo- prosegue- la telemedicina in numerose circostanze potrebbe rappresentare per l’emofilico una valida alternativa alla visita di persona al Centro e comportare per i clinici una semplificazione nella gestione del trattamento e nella relazione con i propri pazienti».
«Il progetto REmoTe vuole avere un impatto positivo non solo sulle performance ma anche sulla qualità di vita dei pazienti. Le indicazioni operative devono essere quindi facilmente applicabili e basate su solide basi scientifiche: la criticità causata dalla pandemia ha nel contempo creato un’opportunità di rivedere le nostre modalità di assistenza ai nostri pazienti» ha spiegato il professor Giancarlo Castaman, direttore del Centro per le Malattie Emorragiche dell’Ospedale Careggi di Firenze. «La telemedicina si sta affermando come uno strumento importante nel mantenere dinamici e frequenti la sorveglianza e il monitoraggio dei pazienti. Tale modalità facilita inoltre i contatti con pazienti che vivono lontano dai centri e consente una più puntuale verifica delle condizioni cliniche e dell’impatto delle eventuali variazioni terapeutiche, gestite in tempo reale». Le innovazioni devono basarsi sulle esigenze organizzative del singolo centro, sia dal punto di vista organizzativo che clinico-assistenziale nelle diverse patologie, in modo da integrarsi nella struttura, senza richiedere maggiori carichi di lavoro e strutture/personale diverso e dedicato.
«È stato stimato che la televisita rappresenti una valida alternativa per oltre il 50% delle visite di controllo nelle quali sia previsto di verificare con il paziente l’evoluzione del suo stato di salute, prendere visione di esami e accertamenti recenti e dare indicazioni sul prosieguo della terapia e del trattamento» sottolinea Giovanni Di Minno direttore del Centro di Coordinamento Regionale per le Emocoagulopatie, Azienda Universitaria Policlinico “Federico II” di Napoli. «La piattaforma di comunicazione diventa lo strumento tecnologico di abilitazione alla interazione con il paziente, senza determinare condizionamenti tecnici e/o organizzativi negli scenari esistenti. Sono molte le piattaforme già diffuse sul mercato che assicurano le necessarie garanzie di sicurezza e che possono essere utilizzate, con il vantaggio di non richiedere tempi ed impegni per installazione e la formazione degli utenti -in particolar modo i pazienti- oltre che di presentare costi molto ridotti». La pandemia ha reso indispensabile ripensare l’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, in particolare a livello territoriale e ha rappresentato, comunque, l’opportunità per favorire l’attivazione degli strumenti di sanità digitale: un rinnovamento organizzativo e culturale. Il progetto REmoTe mira a favorire questo cambiamento introducendo la telemedicina per il monitoraggio e la gestione dei pazienti, nonché l’istruzione dei pazienti e del personale, utilizzando sistemi che forniscono accesso rapido ai consigli degli esperti e alle informazioni sui pazienti, indipendentemente da dove risiede il paziente o le informazioni.
Medici di famiglia e comunità,
CSL Behring è un’azienda biotecnologica leader a livello mondiale nel settore degli emoderivati, specializzata nella produzione di proteine plasmatiche e farmaci ricombinanti destinati al trattamento di pazienti in condizioni critiche e a patologie rare e gravi. In questi tempi di emergenza dovuti alla pandemia di COVID-19 salvaguardare i pazienti, i donatori, gli operatori sanitari, i suoi clienti e i suoi dipendenti è e rimane la principale priorità di CSL Behring.
Alcuni numeri che caratterizzano CSL Behring nel mondo:
• più di 100 nazioni nel mondo in cui vengono commercializzati i prodotti del gruppo
• più di 27.000 dipendenti in tutto il mondo
• più di 1.700 ricercatori dedicati alle attività di ricerca e sviluppo
• oltre 3.7 miliardi di dollari investiti in ricerca e sviluppo negli ultimi 5 anni
• più di 277 centri di raccolta plasma distribuiti in Europa, Asia e nel Nord America
• 7 centri di produzione situati in diverse nazioni del mondo
Il Messaggero