Strabismo nei bimbi, meglio intervenire già a uno o due anni

Strabismo nei bimbi, meglio intervenire già a uno o due anni
Lo strabismo può essere sia causa sia conseguenza di un calo di vista a un occhio, ma quel che è certo è che non è solo un problema estetico e richiede...

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Lo strabismo può essere sia causa sia conseguenza di un calo di vista a un occhio, ma quel che è certo è che non è solo un problema estetico e richiede invece un intervento il più precoce possibile, già intorno ai due anni di vita. Questo uno dei temi affrontati al 99/mo congresso della Società Oftalmologica Italiana (Soi), che si svolto a Roma.


Lo strabismo è una sindrome nella quale gli assi visivi non sono paralleli e gli occhi non possono funzionare assieme.
«Il bimbo che ne è affetto perde la visione tridimensionale, cioè la capacità di localizzare gli oggetti nello spazio, per esempio fa fatica a versare dell'acqua dentro a un bicchiere» chiarisce Emilio Campus, consigliere Soi e direttore clinica oculistica Università di Bologna. Se è vero che questo problema causa un calo della vista da un occhio, la relazione di causa effetto è anche al contrario: un calo della vista da un occhio può causare lo strabismo.

 
«Ad esempio, nel caso di soggetti con un difetto rifrattivo, cioè miopi o ipermetropi, oppure con un difetto della muscolatura oculare: l'occhio diventa 'pigro', o più correttamente ambliope, e perde la vista. Stessa cosa può accadere in bambini che nascono con una patologia, come una cataratta o una rara forma di tumore maligno, che impedisce lo sviluppo della vista in un occhio».


La cura cambia seconda della causa sottostante a questa condizione, e si va dalla correzione di un difetto rifrattivo con gli occhiali, all'occlusione dell'occhio ambliope, fino all'intervento chirurgico sui muscoli oculari.
«L'obiettivo - aggiunge l'esperto - è ristabilire una collaborazione tra i due occhi che consenta al bambino di ritrovare la visione tridimensionale. E il momento in cui s'interviene non è prima di un anno e mezzo. Non bisogna però aspettare troppo: se il bambino è più grande, infatti, si perde la possibilità di adattamenti sensoriali che invece si possono conseguire intervenendo intorno a uno o due anni di età". In caso di sospetto si può fare un semplice test, che consiste nel tappare alternativamente un occhio per capire se il piccolo afferra gli oggetti con la stessa sicurezza quando guarda solo l'occhio destro o il sinistro».     Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero