​​Il sole di primavera brucia come d’estate: ecco i consigli degli esperti

Se le belle giornate di aprile invitano a trascorrere il tempo all’aria aperta tra picnic al parco, gite in bicicletta e passeggiate al mare, meglio pensare subito alla...

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Se le belle giornate di aprile invitano a trascorrere il tempo all’aria aperta tra picnic al parco, gite in bicicletta e passeggiate al mare, meglio pensare subito alla giusta protezione solare per non rischiare danni alla pelle. Uno studio del Politecnico di Valencia ha calcolato quanti minuti di esposizione sono necessari non tanto per la tintarella, ma per ottenere la giusta dose giornaliera di vitamina D, importante per proteggere le ossa e non indebolire il sistema immunitario: in primavera ed estate basterebbero dai 10 ai 20 minuti. Inoltre è stato dimostrato che per scongiurare rossori se non eritemi e scottature, un tipo di pelle III – quello più comune in Italia che si abbronza facilmente e si scotta raramente – non può esporsi al sole senza creme solari per più di quaranta minuti.



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LE TEMPERATURE
I numeri cambiano a seconda del tipo di pelle, se più sensibile o matura, così come in base agli abiti che indossiamo e alle temperature medie di stagione: se il termometro sale, vanno ridotti i tempi di esposizione. Il sole di primavera può infatti essere anche più dannoso rispetto a quello estivo, dato che i raggi UV raggiungono la loro massima intensità a partire da maggio e giugno, e non ad agosto come saremmo portati a pensare; senza dimenticare poi che la nostra epidermide non è pronta per affrontare subito esposizioni prolungate. Le cellule che producono melanina, la sostanza che ci difende dai raggi UV, e a cui dobbiamo l’abbronzatura, sono “fuori allenamento” e poco stimolate durante l’inverno impiegando del tempo per riattivare le loro funzioni.
E anche se il primo sole è un richiamo naturale e istintivo, esporsi senza un’adeguata protezione si rivela ancor più grave di quanto potrebbe essere in estate perché le temperature non ci mettono in allarme: «Conviene utilizzare sempre le protezioni massime soprattutto per le pelli più chiare e assolutamente per i bambini, calcolando che in due ore l’effetto della crema scompare», raccomanda il dermatologo Guido Donati. «Fate attenzione a esporvi nelle ore centrali, le più piacevoli per il clima ma le più rischiose per la pelle dal momento che il sole attraversa l’atmosfera che è più rarefatta» continua, mettendo in guardia dalle insolazioni più frequenti proprio in questo periodo dell’anno “sottovalutato” provocando danni alla pelle quali il foto-invecchiamento.

I CENTRIFUGATI

Per preparare l’epidermide all’esposizione solare è bene iniziare a prendere dei centrifugati di carote, arance, frutta e verdura ricca di beta carotene. In definitiva è importante proteggersi sempre e rinnovare l’applicazione ogni ora se si suda molto o ci si bagna. Soprattutto per le epidermidi molto chiare, andrebbero evitati i prodotti che stimolano la produzione di melanina: quando la pelle appare arrossata per via del troppo sole rilascia particolari proteine, le allarmine, che sembrerebbero avere un ruolo determinante nello sviluppo del melanoma, tra i più gravi tumori della pelle. Occhio dunque al sole di primavera, e questo vale anche per i capelli, da proteggere anch’essi con oli che li difendono dall’aggressione dei raggi solari. Attenzione anche in città: il sole che prendiamo ad esempio per andare al lavoro è ancor più pericoloso, dal momento che l’esposizione è quasi involontaria. 
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Il Messaggero