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LE TEMPERATURE
I numeri cambiano a seconda del tipo di pelle, se più sensibile o matura, così come in base agli abiti che indossiamo e alle temperature medie di stagione: se il termometro sale, vanno ridotti i tempi di esposizione. Il sole di primavera può infatti essere anche più dannoso rispetto a quello estivo, dato che i raggi UV raggiungono la loro massima intensità a partire da maggio e giugno, e non ad agosto come saremmo portati a pensare; senza dimenticare poi che la nostra epidermide non è pronta per affrontare subito esposizioni prolungate. Le cellule che producono melanina, la sostanza che ci difende dai raggi UV, e a cui dobbiamo l’abbronzatura, sono “fuori allenamento” e poco stimolate durante l’inverno impiegando del tempo per riattivare le loro funzioni.
E anche se il primo sole è un richiamo naturale e istintivo, esporsi senza un’adeguata protezione si rivela ancor più grave di quanto potrebbe essere in estate perché le temperature non ci mettono in allarme: «Conviene utilizzare sempre le protezioni massime soprattutto per le pelli più chiare e assolutamente per i bambini, calcolando che in due ore l’effetto della crema scompare», raccomanda il dermatologo Guido Donati. «Fate attenzione a esporvi nelle ore centrali, le più piacevoli per il clima ma le più rischiose per la pelle dal momento che il sole attraversa l’atmosfera che è più rarefatta» continua, mettendo in guardia dalle insolazioni più frequenti proprio in questo periodo dell’anno “sottovalutato” provocando danni alla pelle quali il foto-invecchiamento.
I CENTRIFUGATI
Per preparare l’epidermide all’esposizione solare è bene iniziare a prendere dei centrifugati di carote, arance, frutta e verdura ricca di beta carotene. In definitiva è importante proteggersi sempre e rinnovare l’applicazione ogni ora se si suda molto o ci si bagna. Soprattutto per le epidermidi molto chiare, andrebbero evitati i prodotti che stimolano la produzione di melanina: quando la pelle appare arrossata per via del troppo sole rilascia particolari proteine, le allarmine, che sembrerebbero avere un ruolo determinante nello sviluppo del melanoma, tra i più gravi tumori della pelle. Occhio dunque al sole di primavera, e questo vale anche per i capelli, da proteggere anch’essi con oli che li difendono dall’aggressione dei raggi solari. Attenzione anche in città: il sole che prendiamo ad esempio per andare al lavoro è ancor più pericoloso, dal momento che l’esposizione è quasi involontaria.
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Il Messaggero