Derma bovino contro la “sindrome da spogliatoio”. E' tra le novità, oltre le onde d'urto contro le prostatiti e le tecniche di chirurgia mininvasive,...
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Se c'è un problema di misure dell'organo maschile, oggi la chirurgia genitale può fare molto per alleviare la cosiddetta “sindrome da spogliatoio”.
«Per la prima volta al mondo, nel corso del congresso, verrà effettuato un intervento chirurgico di ingrandimento del pene con innesto di una matrice di collagene acellulare derivata dal derma bovino neonatale e fetale» spiegano gli organizzatori. In generale, anche in Italia, per l'ingrandimento del pene si innesta del grasso prelevato dal tessuto adiposo dello stesso paziente, ma nel tempo la tecnica ha dimostrato degli inconvenienti, a cominciare dal riassorbimento del grasso stesso e dalla creazione di antiestetici accumuli.
«Anche nei casi rari in cui il grasso viene distribuito in maniera omogenea - spiega Giovanni Alei professore emerito di Urologia della Sapienza università di Roma e presidente della Società - il paziente nella fase di erezione ha la sensazione di avere un cuscinetto intorno all'organo. In passato abbiamo ovuto ottimi risultati con il derma umano, che tuttavia non viene più commercializzato in Italia perché soggetto alle stesse normative della donazione d'organo e delle trasfusioni. E' stato usato il derma suino, che dona al paziente la percezione di rigidità e un ampliamento uniforme, ma ora siamo pronti a intervenire con il derma bovino fetale o neonatale che ha la particolarità di essere più inerte di quello suino e, quindi, di provare meno reazioni di intolleranza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero