Sapienza all'avanguardia, “big data” per la lotta al cancro

Sapienza all'avanguardia, “big data” per la lotta al cancro
La sfida della "Sapienza" al cancro. Nasce l'istituto oncologico universitario per la raccolta dei dati sperimentali e clinici. Una piattaforma informatica...

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La sfida della "Sapienza" al cancro. Nasce l'istituto oncologico universitario per la raccolta dei dati sperimentali e clinici. Una piattaforma informatica finalizzata all'accesso a nuove terapie in fase di sperimentazione grazie alla quale la Sapienza si conferma all'avanguardia nell'innovazione in campo oncologico. L'ha presentata il rettore Eugenio Gaudio in apertura del convegno “Sapienza Meets MD Anderson Cancer Center”, che si conclude oggi, organizzato insieme al Centro del Texas, punto di riferimento mondiale nella lotta contro il cancro.


«Abbiamo a disposizione moltissimi dati: la sfida che tutti dobbiamo affrontare è analizzarli, inserirli in un contesto e interpretarli per metterli a servizio della salute della popolazione»,  spiega il rettore. «Questo progetto potrà offrire la migliore possibilità di cura a tutti coloro che si rivolgono alle strutture universitarie diffuse sul territorio, in primis Umberto I e Sant’Andrea, ma anche il Polo di Latina - aggiunge Sebastiano Filetti, preside della Facoltà di medicina - consentendo di indirizzare i pazienti verso la terapia più appropriata».

L’Istituto – che comincia la sua attività questo mese - sarà collettore delle informazioni e favorirà l’accesso dei pazienti alla sperimentazione dei farmaci che abbiano superato la fase pre-clinica.
«Vogliamo che l’umanizzazione delle cure non sia solo uno slogan - sottolinea Paolo Marchetti, tra i promotori del progetto - e crediamo che in questo senso sia importante fornire indicazioni  su quale centro oncologico in Italia possa offrire le terapie più adatte a ciascuno, e anche concordare appuntamenti e visite mirate».


Presentata anche la “CAR T-cell therapy”, una strategia messa a punto negli Stati Uniti e in via di sperimentazione in Europa, che sbarca ora alla Sapienza.
«Prevediamo di poter iniziare a trattare i primi pazienti entro la fine dell’anno - commenta Robin Foà, direttore dell’Ematologia della Sapienza - Si possono ottenere risultati estremamente importanti attraverso l’infusione di cellule immunitarie CAR-T ingegnerizzate e più in generale grazie a trattamenti mechanism-driven e personalizzati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero