Cala il sipario sul superticket sanitario da 10 euro, la quota fissa che i pazienti pagano su ogni ricetta per prestazioni diagnostiche e specialistiche e che fino a oggi ha...
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Ticket sanitario, Speranza: «Superticket abolito dal primo settembre, nessuno lo pagherà più»
Nel Lazio l’esenzione dalla quota fissa di 10 euro del superticket nazionale era stata estesa di recente anche ai minori ospitati in strutture residenziali socio assistenziali e alle donne vittime di violenza. Inoltre la normativa nazionale prevedeva esenzioni in base al reddito (esonerato chi guadagnava meno di 36.151 euro), all’età (il balzello non attecchiva su bambini con meno di 6 anni e over 65) e alla condizione di salute pregressa. «Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal primo settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più», ha chiosato il ministro alla Salute Roberto Speranza su Facebook.
Cosa resta da pagare
Resta però da corrispondere il ticket per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, fino a 36 euro a ricetta. Il ministro Speranza si è battuto in prima linea per abrogare il superticket sanitario. Superticket che nel 2016 ha generato un gettito di 414 milioni di euro. Istituito nel 2011, ha a lungo rappresentato una diga all'accesso al Servizio sanitario nazionale. Ora fari puntati sulla rimodulazione del pagamento del ticket in base a reddito e patrimoni. L'obiettivo è di agganciarne il valore al costo delle prestazioni e al reddito familiare equivalente, il reddito prodotto dal nucleo familiare fiscale rapportato alla sua numerosità, anche stabilendo un limite massimo annuale di spesa raggiunto il quale cesserà l'obbligo dell'assistito di partecipare alla spesa sanitaria. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero