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«Le comunità devono essere aiutate a essere competenti, a superare lo stigma».
Le parole sono di Flavia Franzoni, moglie dell’ex premier Romano Prodi, scomparsa per un malore lo scorso 13 giugno.
Lo stigma da superare di cui parla è quello che ancora affligge le persone malate di Alzheimer insieme alle loro famiglie. Il valore della comunità attorno è tra i passaggi chiave del saggio scritto da Franzoni prima di morire, nel libro edito da Il Mulino, in uscita a novembre. Il titolo: " Le parole che non ti aspetti. Il lento svanire della mente" a cura di Laura Calzà e Marco Trabucchi «I Caffè Alzheimer - si legge nel libro - dovrebbero vederle come importante riferimento, perché la casa della comunità deve anche essere l’attivatore e il manutentore di tutte quelle iniziative di prevenzione che conservano l’autonomia degli anziani, dalla ginnastica, alle camminate, all’alimentazione». Proprio con il ricordo di Flavia Franzoni si è aperta a Cesenatico i primi giorni di settembre la seconda edizione del Forum nazionale dei Caffè Alzheimer, organizzato da Fondazione Maratona Alzheimer e dall’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Flavia Franzoni era stata componente del comitato scientifico della Fondazione fin dalla costituzione a Bologna, nel 2020. «Ha capito e formalizzato per prima in Italia la necessità di una rete che metta insieme gli aspetti tecnico-clinici, assistenziali, umani, relazionali — spiega Trabucchi, docente universitario e componente della Fondazione — una rete sulla quale il malato e la sua famiglia possano appoggiarsi, guardando fino alla città nel suo complesso».
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