Roberto Burioni, microbiologo, nel suo nuovo libro: «Eliminare l'omeopatia dalle università»

Roberto Burioni
Far uscire i prodotti omeopatici dalle farmacie, dalle università e dai rimborsi del servizio sanitario: a chiederlo è Roberto Burioni, professore di Microbiologia...

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Far uscire i prodotti omeopatici dalle farmacie, dalle università e dai rimborsi del servizio sanitario: a chiederlo è Roberto Burioni, professore di Microbiologia all'università Vita e Salute del San Raffaele, alla presentazione del suo libro Omeopatia. Bugie, leggende e verità (Rizzoli, 197 pp, 18 euro) a Milano.


«L'omeopatia si basa sull'inganno. Non ha alcuna plausibilità scientifica, nei suoi preparati non c'è niente e non hanno alcuna efficacia - spiega - È inaccettabile che venga insegnata nelle università, come avviene nella facoltà di Farmacia a Firenze. Ô' come se la Nasa insegnasse a fare gli oroscopi». Ancora peggiore, secondo il medico, è che i preparati omeopatici si possano detrarre dalle tasse, al pari di quanto avviene con i farmaci.

«Tutto ciò porta ad un ammanco di 50-70 milioni di euro l'anno - continua - una vera vergogna. Inoltre non trovo corretto che un medico prescriva queste sostanze, perché si mina quella fiducia che è alla base del suo rapporto con il paziente». Nel suo libro Burioni ripercorre la nascita e la storia dell'omeopatia, un metodo di cura seguito da 9 milioni di italiani, che annovera tra i suoi 'farmacì anche preparazioni chiamate Muro di Berlino, Vallo di Adriano e Grande Muraglia cinese, «che non si sa bene a cosa servono».

C'è' però anche un capitolo dedicato a cosa si può imparare dall'omeopatia, e cioè il rapporto con il paziente. «Con la medicina moderna, spezzettata in mille discipline, il paziente si sente dimenticato - scrive - ridotto ad una serie di numeri e referti asettici. Tutto il contrario di quello che accade nello studio di un omeopata, dove la visita dura più di un'ora, a differenza dei pochi minuti della visita tradizionale
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Il Messaggero