Viene punta da una zecca e il corpo si riempie di macchie. Poi la terribile diagnosi

Viene punta da una zecca e il corpo si riempie di macchie. Poi la terribile diagnosi
Stephanie Todd, studentessa britannica, ha diffuso in rete diverse foto delle sue condizioni di salute dopo aver contratto, in seguito alla puntura di una zecca, la malattia...

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Stephanie Todd, studentessa britannica, ha diffuso in rete diverse foto delle sue condizioni di salute dopo aver contratto, in seguito alla puntura di una zecca, la malattia di Lyme (borreliosi), patologia di origine batterica.


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Come riportato dal giornale BristolLive, la giovane 22enne di Thornbury era andata quattro anni fa dal suo medico, a causa di quella che pensava essere una semplice e comune influenza. 



I sintomi erano presto spariti dopo la visita e la ragazza ha continuato a studiare per ottenere il diploma di design tessile all’università. Pian piano sono però tornati malori di diverso tipo: emicrania, stanchezza cronica e forte nausea.

Stephanie ha ben presto cominciato anche a soffrire di forti convulsioni. Alla fine, i medici hanno capito che aveva la malattia neurologica di Lyme (neuroborreliosi) in uno stadio avanzato.

La studentessa sta ora concentrando tutte le sue energie in una raccolta fondi per il trattamento della malattia in una clinica specializzata di Washington DC.
«Ero un adolescente nella media che amava uscire, camminare. Ho sviluppato l’influenza e un’eruzione cutanea sul petto che è stata liquidata dal mio medico come tigna», ha dichiarato nell'intervista concessa sempre a BristolLive.

«Ho ignorato i sintomi. Non sapevo che questo fosse l’inizio classico della malattia di Lyme. Se avessi avuto il trattamento adeguato in quella fase non sarei così malata come sono oggi», ha continuato.

Alla ragazza è stato detto di aver contratto la malattia di Lyme solo a quattro anni di distanza dal morso della zecca. L'infezione batterica, diffusasi lentamente, ha sconvolto la sua vita in maniera tragica. 

Ora Stephanie si sta sottoponendo alle cure, con la speranza di sconfiggere la malattia e di poter tornare ad una vita normale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero