Dal 5 aprile, vietate in Francia le protesi mammarie macrotesturizzate a superficie ruvida e gli impianti mammari con superficie ricoperta da poliuritene, tipologie di protesi al...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tumori, 41 casi di linfoma su pazienti con protesi al seno: verifiche del Ministero
Protesi al seno cancerogene, pazienti in allarme nel Lazio. «Corriamo rischi?». Social invasi
La misura decisa dall'agenzia sanitaria francese per la sicurezza dei prodotti medici (Ansm) prevede il divieto di immissione di tali protesi sul mercato, il divieto di distribuzione ed utilizzo ed il ritiro delle protesi presenti. Nel 2017 il numero di donne portatrici di questo tipo di impianti mammari in Francia è stimato in 400mila e dal 2011, rende noto l'ente, 59 casi di ALCL associati a tali impianti mammari sono stati dichiarati nel Paese.
L'Ansm rinnova inoltre la raccomandazione di utilizzare preferibilmente impianti mammari di tipo liscio in chirurgia estetica o ricostruttiva. La misura precauzionale, spiega ancora l'agenzia, è stata decisa per «ridurre l'esposizione delle donne al rischio di Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule, che resta un rischio raro ma grave». Tenendo però conto della «rarità di tale rischio - precisa l'Ansm - l'agenzia non raccomanda l'espianto preventivo per le donne portatrici di tali impianti». È stato anche attivato un numero verde e le donne portatrici di questi impianti sono invitate a consultare il medico in caso di dubbi o problemi.
Sulla questione è allerta anche in Italia ed il ministro Grillo ha richiesto un parere urgente al Css, anche «alla luce della decisione delle autorità francesi di ritirare dal mercato tali protesi».
In Italia, negli ultimi 10 anni, più del 95% delle protesi impiantate sono della tipologia testurizzata. Già nel 2015, il ministero italiano ha emanato una circolare con l'obiettivo di sensibilizzare tutti gli operatori sanitari del settore ad «una corretta diagnosi di ALCL in presenza di sintomatologia sospetta» e lo scorso febbraio ha ribadito le raccomandazioni per medici e pazienti in una lettera inviata agli Assessorati alla Sanità di tutte le Regioni. Intanto, la procura di Torino ha aperto un fascicolo sul caso di queste tipologie di protesi al seno potenzialmente cancerogene. L'iniziativa è a seguito di un esposto del Codacons, presentato lo scorso febbraio, con il quale si chiedeva ai pubblici ministeri di accertare la sussistenza di reati come la frode in commercio e l'immissione in commercio di prodotti pericolosi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero