Pillola Pfizer, Galli: «Utile solo nei primi giorni di malattia, con infezione avanzata non basta»

«Di questo farmaco se ne fa un uso molto preventivo all'evoluzione della malattia, nei primissimi giorni di infezione»

La pillola Pfizer è «un'arma in più» contro il Covid, ma è davvero utile solo «all'inizio della malattia». Lo sostiene...

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La pillola Pfizer è «un'arma in più» contro il Covid, ma è davvero utile solo «all'inizio della malattia». Lo sostiene Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell'Ospedale Sacco, ospite di Timeline su SkyTg24: «L'arrivo del nuovo farmaco antivirale è un'ottima cosa. Però attenzione, perché è un'arma in più utile a prevenire l'evoluzione negativa di un processo infettivo delle prime vie respiratorie, com'è, all'inizio, ogni infezione da coronavirus. Dunque non è più utile, ma diventa futile utilizzarlo dopo un certo numero di giorni dalla comparsa del sintomo o dal riscontro dell'infezione, e questo perché arriverebbe troppo tardi in quanto il virus ha già fatto il cammino che doveva fare, si è replicato un numero di volte che era necessario che si replicasse ed è andato, magari, ad infastidire il polmone: arrivati a quel punto il Paxlovid, così come gli anticorpi monoclonali e il Molnupiravir, altro farmaco che può essere utilizzato in questo contesto, non hanno più ruolo, non hanno più funzione». 

Galli: «Antivirale utile solo nella prima fase della malattia»

Galli ha aggiunto: «Abbiamo, in realtà, vari possibili approcci che riguardano le persone con fattori di rischio per l'evoluzione negativa della malattia, come ad esempio una persona anziana, una persona con il diabete, una persona fortemente sovrappeso, una persona con una broncopneumopatia cronica. C'è un lungo elenco di condizioni che abilitano al trattamento, sempre nell'arco dei primi sette giorni di infezione: oltre non serve nulla di tutto questo, questa cosa deve essere chiara», perché «di questo farmaco se ne fa un uso molto preventivo all'evoluzione della malattia, nei primissimi giorni di infezione».

«Purtroppo - ha concluso - non abbiamo la panacea di tutti i mali per i casi più gravi, quando lo sono già diventati, ma abbiamo quel che serve per non far diventare gravi i casi che lo potrebbero diventare in un numero definito e ristretto di persone».

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Il Messaggero