Pelle, rischio dermatiti con il freddo: acqua e protezione solare per difendersi dalla couperose

Pelle, rischio dermatiti con il freddo: acqua e protezione solare per difendersi dalla couperose
Arriva il freddo e la pelle ci chiede attenzioni speciali. Idratare, in inverno, è fondamentale. Ascolta: Covid virus capriccioso: le regole (da non mancare) per salvare...

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Arriva il freddo e la pelle ci chiede attenzioni speciali. Idratare, in inverno, è fondamentale.

Quando scendono le temperature la cute diventa più vulnerabile perché si riduce il film idrolipidico naturale. Ma non solo. Lo shock termico causato dal freddo determina la produzione di molti radicali liberi. Maggiore è il gelo e tanto più è facile incorrere in dermatiti e couperose. Durante i mesi invernali è necessario dedicare alla pelle più cure e una protezione speciale.

LE SCREPOLATURE

A spiegare cosa accade alla nostra epidermide quando il termometro va giù è il professor Steven Paul Nisticò, specialista in Dermatologia, laserterapia e diagnostica e docente di Dermatologia presso l’Università di Roma Tor Vergata, Catanzaro Magna Graecia e San Marino. «Il freddo può causare diversi problemi cutanei. La pelle tende a diventare secca a causa della diminuzione dell’umidità nell’aria. Questo può portare a screpolature e desquamazione. Inoltre, le basse temperature possono ridurre la produzione di sebo, lasciando la pelle meno protetta – spiega Nisticò – L’esposizione prolungata al freddo può causare couperose, la comparsa di piccoli vasi sanguigni sulla superficie della pelle. I venti freddi contribuiscono all’irritazione e alla sensibilità cutanea. Per questo le persone con dermatite atopica possono vedere un peggioramento dei sintomi durante i mesi più freddi».

VISO E MANI

Per proteggersi dalle temperature invernali, il nostro organismo tende a far arrivare più sangue agli organi interni irrorando meno la pelle. Ne consegue che le cellule della pelle producono meno lipidi e collagene e la cute diventa più sottile, si disidrata e appare rossa e secca. In particolare, a risentire del gelo sono il viso e le mani perché costantemente esposti agli agenti atmosferici, all’aria calda dei riscaldamenti e all’inquinamento. La migliore alleata dell’epidermide è l’acqua e il dermatologo Nisticò suggerisce di berne almeno due litri al giorno così da contrastare la tendenza della pelle, durante l’inverno, a diventare opaca. Un aiuto può arrivare dalle creme idratanti, nutrienti e emollienti da utilizzare al mattino e alla sera e da massaggiare fino al completo assorbimento. Regole più rigide per gli appassionati di sport invernali. La radiazione solare in montagna è superiore a quella del mare aperto e, tra l’altro, la neve riflette fino all’80% dei raggi ultravioletti.

LA PROTEZIONE

Per evitare di rimanere “scottati” dalle vacanze sulla neve l’esperto consiglia di applicare un solare ad alto fattore di protezione ogni due ore e di fare attenzione agli sbalzi di temperatura. Passare dal caldo di una baita al freddo delle piste innevate rappresenta uno stress che indebolisce ulteriormente le piccole vene che irrorano i tessuti cutanei. Non va meglio per quanti restano in città: le polveri sottili infatti si depositano sulla superficie cutanea provocando un danno che tende ad accelerare i processi di invecchiamento precoce.  «La combinazione del freddo con il vento – dice Steven Nisticò – ha un’influenza significativa sulle condizioni dell’epidermide perché prosciuga le riserve d’acqua e grassi costituenti il film idrolipidico, la barriera naturale che, in queste condizioni, non riesce più a esercitare la sua funzione protettiva dagli agenti esterni». Il cambiamento climatico impone piccole modifiche alla propria routine cosmetica e alimentare. Bene nutrire la pelle con prodotti contenenti burro di karité, olio di mandorle e canapa. 

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Il Messaggero