Pasquale Bacco, ex medico No vax: «Abbiamo i morti sulla coscienza, siamo stati dei codardi»

Il dottore: "Ho cambiato idea quando è morto un 29enne di Covid: sul telefono aveva i video dei miei comizi"

Pasquale Bacco fa dietrofront. L'ex medico No vax, torna a parlare di Covid, e lo fa rivolgendosi a quanti continuano a negare la pericolosità del virus. «Credo...

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Pasquale Bacco fa dietrofront. L'ex medico No vax, torna a parlare di Covid, e lo fa rivolgendosi a quanti continuano a negare la pericolosità del virus. «Credo che noi che siamo saliti su quei palchi qualche morto sulla coscienza ce l’abbiamo», dice al Corriere del Mezzogiorno Bacco, che già a novembre metteva in guardia dalla pericolosità del Covid. «Siamo stati dei grandi codardi tutti noi No vax. Andavamo nelle piazze e quando parlavamo sapevamo che le persone volevano sentire cose forti. Quindi provocavi sempre di più. E allora via con: “Nei vaccini c’è acqua di fogna”, “le bare di Bergamo erano tutte vuote”, “con il Covid non è morto nessuno”».

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«Siamo stati veramente dei grandissimi bastardi, non mi nascondo, questa è la verità – continua il medico accusato in passato di negazionismo -. Un giorno dovremmo rendere conto di queste cose. Purtroppo. Per questo ho chiesto perdono a tutti ma quel perdono non serve a nulla». Bacco, fondatore dell’associazione L’Eretico che l’ha poi ripudiato – racconta di avere cambiato idea sul Covid «quando ho visto morire un ragazzo di 29 anni di Covid. Aveva nel telefonino i video dei miei comizi sui palchi No vax. La famiglia mi disse che era un mio fan. Non me lo dicevano con rabbia anzi, e questo mi ha fatto ancora più male. Quella morte me la sento come una mia colpa».

IL RACCONTO - Dietro tutto il movimento, racconta Bacco, c’è «una mente economica, una sorta di marchio No Vax che coinvolge ristoranti, medici, avvocati, ingegneri geometri, insegnanti, donazioni, associazioni con 400mila euro in banca», racconta ancora«Quello che dicevo era oro colato per persone impaurite e in cerca di certezza. Mi sono fatto tutti i passaggi, tutte le riunioni, ho parlato in 300 piazze. Conosco tutti i meccanismi interni, dal linguaggio che bisognava usare al sistema delle donazioni alle associazioni. Per questo ora mi temono e mi vorrebbero morto».

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Il Messaggero