L'appello degli psicologi: «Disagio psichico, serve una rete d'ascolto pubblica»

depressione post Covid, serve rete pubblica di ascolto

L'appello degli psicologi: «Disagio psichico, serve una rete d'ascolto pubblica»
Le indagini che evidenziano una situazione di malessere psicologico diffusa e l’incidenza delle varie forme di disagio psicologico si moltiplicano, una situazione che, come...

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Le indagini che evidenziano una situazione di malessere psicologico diffusa e l’incidenza delle varie forme di disagio psicologico si moltiplicano, una situazione che, come professionisti, tocchiamo con mano tutti i giorni.

Che non impatta solo sulla salute, aumentando disturbi e malattie psichiche e fisiche, ma anche sulla qualità della vita, sul lavoro e ha pesanti ricadute sull’economia. Nessuno può gioire o rimanere indifferente se si ha a cuore non solo la tutela della salute ma anche lo sviluppo del Paese, perché l’indebolimento del capitale umano, a partire dalle giovani generazioni, è un fattore che penalizza le prospettive di un intero Paese e non solo dei singoli. Se il Paese vuole affrontare il problema seriamente e in termini costi/benefici deve dotarsi di una rete psicologica pubblica per la promozione della resilienza, per l’ascolto, per la cura quando serve, a partire dalla scuola allo psicologo di base e al rafforzamento dei servizi sociosanitari. La pandemia ha reso evidenti l’importanza degli aspetti psicologici per la vita delle persone e non solo per la salute e per la cura. Ha fatto luce sulla necessità di superare una visione novecentesca che vede gli aspetti psicologici come un fattore privato, le cure psicologiche come un lusso per pochi e i disturbi come una vergogna dei più deboli. Accanto a questo si avverte sempre di più un cambiamento culturale nel modo in cui le persone pensano a questi aspetti, nel bene e nel male. Vedendo sempre di più l’importanza della psicologia per lo sviluppo delle potenzialità e, quando serve, per affrontare con efficacia i problemi e le situazioni di crisi. E quando cambia la cultura diffusa cambia il sentire sociale e le esigenze che esprime la società, anche verso le Istituzioni. Non possiamo permetterci una diffusa fragilità psicologica che si manifesta soprattutto nei più giovani in forme di aggressività, in conflitti ingiustificati, in comportamenti violenti o all’opposto ritiro sociale, che impediscono condizioni di crescita positiva. Con il permanere dei contagi, la guerra con le ricadute economiche ed energetiche, le criticità climatiche sempre più evidenti, l’emergenza sembra non finire mai, la gente vive una condizione di incertezza, una sorta di “crisi permanente a emergenza variabile”. Per abitare in un mondo così complesso servono capacità psichiche attrezzate e coerenti con le sfide da affrontare, serve la promozione della resilienza grazie a interventi professionali, nella comunità e negli individui, fatti di ascolto e sostegno. Per questo serve un programma nazionale per la promozione del benessere e della resilienza psicologica che faccia perno sulla scuola, i servizi sanitari e sociali, i contesti formativi e lavorativi.

*Presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi

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Il Messaggero