I tumori? «Sono furbi ma siamo veramente vicini a sconfiggerli» e a «rendere il nostro organismo più resistente al loro attacco». A...
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«Da 30 anni mi occupo di questo e ho visto tanti step che ci hanno avvicinato al traguardo - ha aggiunto Tortora -. I momenti focali di questa rivoluzione sono stati due o tre e quello che stiamo vivendo ora è il più solido. Dalla chemioterapia alle terapia a bersaglio molecolare, avevamo forse l'illusione di poter venire a capo di tutto, ma poi ci sono state della battute d'arresto. Il tumore è furbo - ribadisce -. Ora, con l'immunoterapia, la sensazione è che si sia imboccata una strada diversa. Anche se non deve illudere, perché non è per tutti: nei casi in cui funziona, però, i pazienti reagiscono bene e non hanno recidive. Quest'ultimo è uno dei punti critici più difficili da superare».
Lunedì 4 febbraio è la Giornata mondiale contro il cancro, promossa dalla Uicc (Union for International Cancer Control) e sostenuta dall'Oms.
Come ha ricordato nella sua prolusione «il futuro sarà quindi l'identificazione e la selezione di pazienti con specifiche caratteristiche tumorali e l'impiego delle diverse armi a disposizione, chemioterapia, farmaci a bersaglio molecolare, immunoterapia, radioterapia, in maniera combinata e integrata». «Una vera personalizzazione del trattamento - rimarca Tortora - che oggi va sotto il nome di medicina di precisione». Secondo lo specialista, «sarebbe tuttavia molto riduttivo pensare che la personalizzazione della terapia si sviluppi solo nell'ambito di una dimensione biotecnologica diagnostica e terapeutica. Va considerata nella sua interezza la dimensione umana del malato, con tutte le sue innumerevoli componenti psicologiche, culturali, sociali e spirituali, che vanno riconosciute e alleviate, anche in considerazione del fatto che esse possono influenzare il percorso terapeutico, dalla diagnosi all'accompagnamento al fine vita». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero