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La variante Covid XQ è stata isolata per la prima volta in Brasile. Il mix delle sotto-varianti BA.1 e BA.2 di Omicron ha fatto registrare i primi due casi a San Paolo e sono stati sequenziati dall'Istituto Butantan. Il primo caso era stato scoperto in Gran Bretagna il mese scorso. Secondo il direttore del Laboratorio Genetika di Curitiba, Salmo Raskin, non è ancora possibile conoscere con certezza informazioni sulla trasmissibilità e virulenza di XQ.
Le sottovarianti di Omicron
Sono diverse le sotto-varianti sequenziate fino ad ora. In tutto il mondo sono stati individuati XA, XB, XC, XH e XE, e tutti sono risultato della combinazione di sotto-varianti di Omicron. A questi si aggiungono XD e XF, nati invece dalla combinazione delle varianti Omicron e Delta; come detto XQ è stato isolato in Gran Bretagna, mentre XG è stato identificato in Danimarca e XK in Belgio. Sono esempi di come la variante Omicron continui a evolvere, e che lo faccia con la rapidità che finora ha caratterizzato la sua storia. Scoperta l'11 novembre 2021 in Botswana, il 26 dello stesso mese era già stata riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) come una delle varianti da seguire con attenzione (VOC, Variant of Concern).
È diventata presto dominante ovunque e ha cominciato a dare origine a delle sotto-varianti: la BA.1, la BA.2 che attualmente è la più contagiosa e sta scalzando la prima, e poi la BA.3, seguita dalla BA.4 e dalla BA.5, entrambe identificate in Sudafrica e poi in molti Paesi europei e asiatici. A rendere la Omicron così infettiva è il grande numero di mutazioni accumulate, ben 60 delle quali sono nuove rispetto a quelle presenti del virus Sars-CoV-2 originario di Wuhan. Di queste 60 mutazioni, ben 32 si trovano nella proteina Spike, con la quale il virus si aggancia alle cellule umane. Oltre a questo patrimonio di mutazioni, BA.2 ne ha 28 che la differenziano dalla BA.1 e alle quali deve probabilmente il fatto di essere dal 30% al 50% più infettiva.
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Il Messaggero